venerdì 28 dicembre 2012

Nuova vittoria: quattro riconoscimenti in un colpo solo

Quattro riconoscimenti per altrettanti italiani che si sono laureati in odontoiatria e in medicina in Romania. E' successo a dicembre. Un medico (la dottoressa C.B. dalla Campania) e due odontoiatri (i dottori R.A. dalla Sicilia e M.M. dall'Emilia Romagna), tutti laureati a Oradea, hanno finalmente ottenuto il riconoscimento del loro titolo professionale. 

Se per i due odontoiatri la procedura è stata più semplice - Costruiamo il domani si è occupato solo di presentare la documentazione - per il medico la vicenda è stata molto più complessa, in quanto i funzionari del Ministero della Salute avevano riscontrato alcune presunte irregolarità nel percorso formativo ed emesso un preavviso di diniego.Ossia un provvedimento in cui l'Amministrazione comunica al cittadino l'intenzione di emanare un provvedimento negativo ma gli da anche la possibilità di fornire nuovi elementi a proprio favore. Costruiamo il domani ha inviato una memoria in cui spiegava l'illegittimità della decisione. L'Amministrazione, resasi conto del proprio errore, ha emesso il riconoscimento.

Esito positivo anche per il dottore R.P., pure lui campano, laureato però all'Università Vasile Goldis di Arad, sempre in Romania. Avevamo parlato del caso nel post precedente. La sua causa doveva essere discussa il 4 dicembre davanti al Tar Lazio, ma pochi giorni prima dell'udienza il Ministero ha emanato un provvedimento di sospensione del riconoscimento, giustificandolo con la necessità di ottenere chiarimenti dalle autorità diplomatiche rumene. Abbiamo impugnato anche questa comunicazione, perché le autorità di quel Paese si erano già pronunciate sulla validità dell laurea e il rinvio ci sembrava incomprensibile. L'ennesimo ritardo nel riconoscimento ci ha spinto a chiedere il danno da "mancato guadagno" derivante dall'impossibilità di esercitare la professione odontoiatrica in Italia. Pochi giorni dopo il Ministero ha riconosciuto il titolo. La causa comunque prosegue: il 16 gennaio 2013 il Tar si pronuncerà sulla richiesta risarcitoria. Il riconoscimento, in base alla normativa vigente, deve avvenire entro 3 mesi, mentre nel caso del ricorrente c'è voluto il doppio del tempo.

Vi terremo aggiornati, come al solito. 

martedì 30 ottobre 2012

E se il riconoscimento non viene in tempo... il Ministero della salute sfida i cittadini

Settimane calde per il Ministero della Salute.

Tre italiani, stanchi di aspettare il riconoscimento della laurea in odontoiatria conseguita in Romania, hanno presentato ricorso al Tar Lazio. Due di queste cause saranno discusse a novembre e la terza a inizio dicembre (quest'ultima è stata curata da COSTRUIAMO IL DOMANI).

Il Ministero ha già perso una prima volta nei confronti di COSTRUIAMO IL DOMANI ed è stato costretto a pagarci le spese di giudizio. La direttiva 2005/36/CE è chiara: il riconoscimento della laurea in odontoiatria conseguita in Europa deve avvenire entro 3 mesi. Questa tempistica viene rispettata quando a chiedere il riconoscimento è un rumeno, mentre quando è un italiano le cose si complicano enormemente. Iniziano ritardi eterni.

In pratica, in questi ultimi mesi, parecchi cittadini si sono visti recapitare una lettera nella quale, dopo un'ampia premessa su presunti episodi di lauree illegittime conseguite da italiani in Romania, il Ministero della Salute diceva di voler ottenere chiarimenti dalle autorità di quel Paese, al fine di separare gli studenti che hanno conseguito lecitamente la laurea da tutti gli altri.

A nostro avviso una simile condotta è illegittima, perché di fatto vanifica la direttiva 2005/36/CE, attribuendo al Ministero il potere di dilatare enormemente i tempi del riconoscimento e in alcuni casi di bloccarlo. Infatti, se l'autorità che ha rilasciato la laurea per un qualsiasi motivo non risponde, il riconoscimento non arriverà mai. La laurea, se accompagnata dai documenti che ne attestano l'autenticità, va riconosciuta senza tergiversare.

Vi terremo informati su questi casi. 

Un'ultima raccomandazione: non cedete agli atteggiamenti ostruzionistici della Pubblica Amministrazione. La via migliore per superare le difficoltà è rivolgersi a esperto e presentare un ricorso al Tar. Il cittadino a volte preferisce evitare il confronto giudiziario nella infondata convinzione che l'Amministrazione, se messa alle strette con un ricorso, potrebbe ostacolare la pratica o rallentarla.

Nulla di più falso!

sabato 13 ottobre 2012

Riconoscimento della laurea in odontoiatria conseguita in Spagna: alcuni chiarimenti sulle "misure compensative"

Abbiamo ricevuto parecchie email da studenti iscritti in università spagnole.

Chiedono informazioni sul riconoscimento della laurea in odontoiatria conseguita in quella nazione (grado en odontologia) e se la diversa durata rispetto all'Italia, o il fatto che di recente la laurea spagnola abbia cambiato denominazione (da licenciado en odontologia a grado en odotologia) possano creare problemi al riconoscimento, tenendo conto che la direttiva 2005/36/CE menziona ancora la "vecchia" laurea e non la nuova.

Alcuni invocano un regolamento ministeriale del 2012 che, a loro dire, consentirebbe al Ministero della salute di imporre "misure compensative" se la durata del titolo conseguito in Europea è inferiore a quello conseguito in Italia. Ricordiamo che odontoiatria in Italia dura 6 anni mentre in Spagna 5.

Ci troviamo di fronte a una serie esponenziale di equivoci. Bisogna ribadire che:

1) Le misure compensative non si applicano ai titoli professionali conseguiti in Europa e compresi nella direttiva 2005/36/CE (dunque il titolo professionale di medico o di odontoiatra - o anche solo la laurea in medicina o in odontoiatria se essa è abilitante - vanno riconosciuti automaticamente in Italia). Le misure compensative, come spiegato anche nel dlgs. n. 206 del 2007 che recepisce la direttiva 2005/36/CE, si applicano solo quando non operano le norme, ben più favorevoli, dettate dalla direttiva 2005/36/CE;
2) Il fatto che la laurea in Italia abbia una maggiore durata non è influente;
3) Il fatto che la laurea spagnola abbia cambiato nome, visto che il contenuto è rimasto pressoché lo stesso, non è influente;

Per avvalorare ancor di più queste affermazioni abbiamo sottoposto agli esperti dell'Unione europea il caso di una studentessa italiana iscritta al primo anno di odontoiatria in Spagna. Il tutto a titolo gratuito.


Ecco cosa hanno risposto:


Egregio signore/Gentile signora,

le inviamo la risposta alla sua domanda. Le ricordiamo che le risposte di La tua Europa - Consulenza sono formulate da esperti indipendenti e non possono essere considerate come una presa di posizione della Commissione europea, di una qualsiasi altra istituzione dell'UE o del suo personale, né tantomeno sono vincolanti per la Commissione europea o qualsiasi altra istituzione dell'UE o nazionale.

Gentile Federica,
Grazie per aver contattato il Servizio di Consulenza "La tua Europa"!

Se la sua qualifica di dentista "GRADO EN ODONTOLOGIA" che otterrà in Spagna ha solo cambiato denominazione, ma in sostanza e rimasta la stessa (quindi soddisfa i requisiti minimi di formazione previsti per la precedente qualifica "LICENCIADO EN ODONTOLOGIA"), allora a Lei servirà farsi rilasciare in Spagna un documento denominato “Certificato di variazione di denominazione” (in spagnolo “Certificado de cambio de denominación”). Il Certificato di variazione di denominazione serve nell’ipotesi in cui la denominazione della qualifica per cui si applica il sistema automatico di riconoscimento non coincide più con quella riportata nell’allegato V corrispondente della Direttiva 2005/36/CE.

Comunque, Spagna dovrebbe notificare alla Commissione Europea il cambio di denominazione del diploma; siamo sicuri che fino al 2017 (quando Lei dovrebbe qualificarsi come dentista in Spagna) tale modifica sarà già stata attuata. Consigliamo di controllare di tanto in tanto il sito web della Commissione dedicato al riconoscimento della professione di dentista (dove viene aggiornata anche la lista con i diplomi rilasciati nei Stati membri UE), link: http://ec.europa.eu/internal_market/qualifications/directive_in_practice/dentists_en.htm

La nuova denominazione non può impedire il riconoscimento automatico della qualifica spagnola di dentista in Italia; si tratta di una professione i cui requisiti minimi di formazione sono stati armonizzati a livello comunitario e quindi la qualifica rientra nel regime di riconoscimento automatico dei diplomi. Ciò implica che l’autorità competente dello Stato membro ospitante (Italia, nel suo caso) non può controllare la formazione e, pertanto, non può richiedere documenti che specifichino il contenuto della formazione acquisita e non può imporre misure compensative.

Quindi Lei può stare tranquilla, basterà ottenere dalla Spagna (se la modifica non dovesse essere ancora stata attuata anche nell’allegato V della direttiva) il Certificato di variazione di denominazione, insieme al Certificato di Conformità con la Direttiva 2005/36/CE.

Può trovare maggiori dettagli sul sistema di riconoscimento delle qualifiche professionali al seguente link: http://europa.eu/legislation_summaries/internal_market/living_and_working_in_the_internal_market/c11065_it.htm

Speriamo che queste informazioni le possano essere utili; per qualsiasi altro chiarimento non esiti a rivolgersi nuovamente al nostro Servizio.

Distinti saluti,
Il Servizio di Consulenza "La tua Europa"!

martedì 9 ottobre 2012

Trasferimento studenti di odontoiatria e medicina in Italia, al via il ricorso all'Aquila

L'università dell'Aquila ogni anno pubblica un bando con cui consente agli studenti iscritti in altri atenei di ottenere il trasferimento. I posti messi in palio, molto spesso, restano vacanti per mancanza di richieste. Quest'anno 6 studenti provenienti da altri atenei europei si sono rivolti a "Costruiamo il domani" e hanno presentato un'istanza di trasferimento. Studiano odontoiatria o medicina.

L'università ha negato il trasferimento sostenendo che quei posti possono essere assegnati solamente a studenti che hanno superato il test di ammissione in Italia. Ma ne siamo proprio sicuri? La legge sul "numero chiuso" (n. 264/99) in realtà non dice nulla di tutto ciò. Il test di ammissione è previsto solo per l'iscrizione al primo anno. Nulla viene detto sui trasferimenti ad anni successivi al primo.

Il resto della storia è prevedibile.
I ricorrenti, assistiti da "Costruiamo il domani", hanno notificato un ricorso all'Università e tra pochi giorni lo depositeranno al Tar Abruzzo. L'interesse dello Stato è quello di assegnare TUTTI i posti vacanti a chi ne ha fatto richiesta e in questo caso ciò non è avvenuto.Questi posti, se non saranno assegnati ai ricorrenti, andranno persi. In passato il Tar Abruzzo ha difeso la tesi dell'integrale assegnazione dei posti. Ci auguriamo che questo lungimirante orientamento sia confermato ancora una volta. Vi terremo informati sugli sviluppi.

Odontoiatria e Medicina: l'eterna lotta tra chi chiede di poter studiare in Italia e chi glielo vuole impedire a tutti i costi. Quella di oggi è l'ennesima puntata. Perdonate questo sfogo così polemico, ma francamente mi infastidisce vedere come le università italiane, ogni volta che si trovano a dover interpretare una norma, lo fanno sempre nel modo più sfavorevole allo studente.

sabato 6 ottobre 2012

Il riconoscimento del titolo di odontoiatra conseguito in Romania: al Tar l'ultima parola

La storia si ripete, ancora una volta. 

Il riconoscimento del titolo di odontoiatria dovrebbe essere  automatico, ma per il Ministero della Salute le cose non stanno esattamente così. Infatti, sebbene la legge preveda che il riconoscimento venga effettuato entro tre mesi, sembra che il Ministero non riesca quasi mai a ultimare la pratica entro questo termine. Il più delle volte il richiedente si vede recapitare una lettera in cui il Ministero informa di dover effettuare indagini presso l'autorità che ha emanato il titolo. 

A quel punto la pratica si blocca per mesi. In alcuni casi anni. Tutto ciò è legittimo? Riteniamo di no.

Il caso odierno è simile a molti altri. 

R.P. si è laureato in odontoiatria, ad Arad, in Romania. Ha chiesto il riconoscimento del titolo in Italia. Documentazione in regola: ha depositato anche il certificato di conformità rilasciato da Bucarest. 

Ma il Ministero della Salute non ha accolto il riconoscimento nel termine di tre mesi. A quel punto il ricorrente si è rivolto a "Costruiamo il domani" che ha presentato un ricorso al Tar Lazio. Il giudice ha già fissato l'udienza. Tra qualche settimana avremo l'esito del ricorso e non mancheremo di pubblicizzarlo.

Se credete di aver subìto un'ingiustizia non restate con le mani in mano ma rivolgetevi a un'associazione o a un bravo amministrativista. L'inerzia, in questi casi, non paga mai.

A presto

domenica 12 agosto 2012

Ricorso trasferimenti: comunicazione per i partecipanti

Due comunicazioni di servizio sul ricorso di "Costruiamo il domani" per i trasferimenti dall'estero.

1) Non accettiamo ulteriori adesioni. Per chi non ci ha contattato entro il 10 agosto non c'è possibilità di inserirsi. Ci dispiace, ma i posti sono limitati e dovendo fare una selezione preferiamo privilegiare chi ha dimostrato fin dall'inizio un interesse per la nostra iniziativa.

2) Gli studenti che ci hanno contattato prima del 10 agosto, chiedendoci di partecipare ma senza aver inviato la quota di partecipazione o i documenti, sono pregati di contattarci immediatamente per regolarizzare la loro posizione. In caso contrario saranno considerati rinunciatari.

Vi ringrazio

venerdì 3 agosto 2012

Ricorso per i trasferimenti in Italia, posti in esaurimento

In questi ultimi giorni abbiamo ricevuto numerose email da parte di genitori che desideravano informazioni sui nostri ricorsi volti a ottenere il trasferimento in Italia di chi studia medicina o odontoiatria in Europa. Alcuni hanno già aderito inviando documentazione e quota di partecipazione. Altri stanno valutando se farlo e ci comunicheranno a breve la loro decisione.

Ribadiamo, in risposta alle richieste ricevute, che il termine per partecipare scade il 10 agosto

Al momento escludiamo che ci possa essere una proroga (se non altro perché, dovendo aspettare i ritardatari, saremmo costretti a penalizzare chi è stato puntuale). Ci riserviamo, inoltre, il diritto di chiudere le adesioni prima di tale data, nel caso in cui dovessimo ricevere un numero di richieste superiori ai posti disponibili.

Il criterio che adopereremo per selezionare i ricorrenti è first come, first served: daremo priorità a chi, avendo inviato per primo il bonifico bancario, ha dimostrato maggiore interesse degli altri.

Per ulteriori informazioni sull'iniziativa:


mercoledì 1 agosto 2012

Ricorso per il trasferimento in Italia di chi studia medicina ed odontoiatria in Europa: le modalità di partecipazione

"Costruiamo il domani" sta organizzando un ricorso collettivo al Tar per gli studenti iscritti a medicina e odontoiatria nelle università europee. Centinaia di studenti italiani studiano in nazioni dell'unione europea. La maggior parte in Spagna (ad esempio all'Uem) o in Romania (Oradea, Titu Maiorescu, ecc. ecc.). Riteniamo che gli studenti iscritti in una università europea abbia il diritto di ottenere il trasferimento in Italia (con convalida delle materie) senza dover sostenere il test di ammissione in Italia.

I giudici del Tar, in passato, ci hanno dato ragione. E' opportuno sfruttare questo momento favorevole e rivolgersi nuovamente alla magistratura.

Per questo motivo, insieme ai nostri esperti e ai nostri legali, stiamo organizzando alcuni ricorsi collettivi  (massimo 4-5 persone) da presentare in atenei dell'Italia centrale e settentrionale. Le modalità di partecipazione sono le seguenti: il cittadino verserà solo una quota di partecipazione per le "spese vive" del ricorso (spese di notificazione, contributo unificato, domiciliazione presso il Tar...). Pagherete l'onorario degli esperti (ossia la loro retribuzione) solo dopo la vittoria. Dunque, se il ricorso verrà accolto, verserete l'onorario a chi ha seguito la pratica, in caso contrario non lo farete.

Requisiti di partecipazione

Essere regolarmente iscritti (almeno al secondo anno) a una università europea ed aver sostenuto almeno 3 materie (meglio se quattro). Se la vostra matricola è stata congelata dovete provvedere a riattivarla immediatamente e farvi inviare - via fax o email - un certificato di iscrizione. Se non siete regolarmente iscritti non potete aderire al ricorso.

Modalità di partecipazione

Gli interessati dovranno inviare un'email all'indirizzo sottostante specificando nell'oggetto "RICORSO TRASFERIMENTI ESTERO" entro il 10 agosto 2012. Oltre questa data ci riserviamo di non accettare altri ricorrenti. Riceverete via email la documentazione da firmare (lettera d'incarico, procura...) e restituirla via posta.

La quota di partecipazione equivale alle sole spese del ricorso (1.000 euro a ricorrente). La cifra dovrà essere spedita con bonifico bancario entro l'11 agosto ed entro quella data dovrete inviare via email la ricevuta del bonifico. Per ovvie ragioni (la scarsità dei posti a disposizione e la scadenza del termine per chiedere il trasferimento) ci riserviamo di accogliere solo i primi studenti che avranno versato la quota.

Tempistica

Contiamo di ottenere un provvedimento favorevole del Tar entro il mese di ottobre-novembre 2012.

Ulteriori informazioni

I tempi di partecipazione sono molto ristretti e iniziative di questo genere presuppongono un reciproco rapporto di fiducia. Le nostre iniziative (categoria "iniziative e risultati" del blog) dimostrano chiaramente che conosciamo l'argomento e che facciamo sul serio. Se vi fidate di noi e dei nostri esperti, bene. In caso contrario rivolgetevi a qualcun altro. Contattateci, preferibilmente via email, solo se avete un interesse "concreto e attuale". Astenersi perditempo.



martedì 31 luglio 2012

Partono i ricorsi al Tar per il trasferimento in Italia di chi studia Medicina e Odontoiatria in Europa: a breve altre notizie

Medicina e Odontoiatria: al via il ricorso di "Costruiamo il domani" per ottenere il trasferimento dall'estero in Italia. Costruiamo il domani organizza un ricorso al Tar destinato a tutti gli studenti di medicina e odontoiatria iscritti in università europee (almeno al secondo anno) che desiderano trasferirsi in Italia.

I partecipanti pagheranno solo una quota iniziale per le "spese vive". In caso di vittoria (e solo in quel caso) saranno chiamati a versare l'onorario completo del ricorso. Se il ricorso sarà respinto, invece, non ci saranno ulteriori spese. E' la migliore dimostrazione che crediamo in questo ricorso e che intendiamo dare a tutti la possibilità di partecipare.

Entro domani daremo ulteriori dettagli. Chi ci ha già contattato via email nei mesi passati verrà ricontattato entro 48 ore. Se non ricevete nostre notizie, siete pregati di contattarci voi. Il ricorso sarà redatto dagli esperti e dagli avvocati di "Costruiamo il domani".

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Abbiamo predisposto le modalità di adesione. Per aderire c'è tempo fino al 10 agosto.
http://costruiamoildomani.blogspot.it/2012/08/ricorso-per-il-trasferimento-in-italia.html

martedì 17 luglio 2012

Riconoscimento titolo di odontoiatra conseguito in Romania, il ministero perde la causa e risarcisce il ricorrente

Vicenda nota. Un cittadino italiano aveva chiesto al Ministero della Salute il riconoscimento della qualifica professionale di odontoiatra conseguita all'università statale di Oradea, in Romania. Dopo parecchi mesi aveva ricevuto un diniego, a dire il vero con motivazioni poco convincenti.

Il cittadino si rivolgeva a "Costruiamo il domani" e presentava ricorso al Tar Lazio.

Il Ministero, pochi giorni dopo aver ricevuto il ricorso, accoglieva il riconoscimento. Ma la causa al Tar ovviamente proseguiva. I giudici, informati dal ricorrente della "cessata materia del contendere" (ossia del fatto che il riconoscimento era stato accolto), condannavano il Ministero a pagare 1.000 euro al ricorrente.

Questa sentenza è una risposta a quanti pensano che di fronte all'inerzia della Pubblica Amministrazione l'unica alternativa sia cercare una scorciatoia. Le scorciatoie sono moralmente inaccettabili e soprattutto inutili. Siete convinti di aver subito un'ingiustizia? Trovatevi un buon consulente legale ed esponete il problema. Si fa prima. Se ci sono i presupposti, ricorrete al Tar. E' più semplice. Il problema, dal mio punto di vista, è che spesso il cittadino rinuncia a rivolgersi al Tar per paura di una eventuale sconfitta. Pensa a quello che potrebbe perdere in caso di rigetto (costi del ricorso) e non ha quello che ha già perso (il diniego del diritto). Il cliente vorrebbe sentirsi inoltre dire che la sua causa sarà sicuramente vinta. Atteggiamento sbagliato. Intanto perché le cause vinte in partenza, salvo casi eccezionali, non esistono.E poi perché ci sono casi in cui, nonostante la possibilità di vittoria non sia elevatissima (diciamo intorno al 50%), conviene comunque fare ricorso perché la posta in gioco è talmente alta che vale la pena rischiare. 

Invece mi è capitato di tanti cittadini che - di fronte a cause in cui la possibilità di vincere era molto superiore - si sono tirati indietro perché avrebbero voluto avere la certezza assoluta. Un atteggiamento del genere è da perdenti.

Il ricorrente odierno, decidendo di presentare ricorso, ha certamente corso un rischio perchè avrebbe potuto perdere ma ha vinto: è stato premiato per la sua perseveranza. Ha ottenuto in tempi record il riconoscimento che gli spettava e in più 1.000 euro di risarcimento. Il messaggio è il seguente: se avete un problema, non restate con le mani in mano, contattate un'associazione dei consumatori o un buon avvocato. Non sperate che l'Amministrazione si ravveda e non temiate che un vostro ricorso possa indisporla. Di fronte a un diniego esiste solo una via: il ricorso al giudice.

Tar Lazio, Roma, III quater, 12 luglio 2012, n. 6349

* * *

Per ulteriori informazioni, potete contattarmi via email al seguente indirizzo:

domenica 1 luglio 2012

Numero chiuso, al via le nuove regole per il 2012/2013

Il Miur, con decreti del 28 giugno 2012, ha stabilito le modalità di svolgimento dei test di ammissione ai corsi di laurea a "numero chiuso". Quest'anno le graduatorie di ateneo saranno sostituite da 12 graduatorie aggregate, composte da atenei che si trovano nella stessa regione (Sassari e Cagliari) o in zone limitrofe (Palermo, Catania, Messina e Catanzaro). Il numero dei posti per i singoli atenei e le modalità sono consultabili a questa pagina: http://attiministeriali.miur.it/anno-2012/giugno.aspx

I posti di Medicina sono 10.173 e quelli di Odontoiatria 941. Quest'anno sono state introdotto molte novità in merito alle modalità di iscrizione. E' prevista la rinuncia al posto se il vincitore non si immatricola entro un termine molto breve.

Tra pochi giorni gli atenei pubblicheranno i bandi locali.
 
Che conseguenze avrà la sentenza della Corte costituzionale sulla graduatoria unica nazionale per l'accesso all'università? Per il momento nessuna, ma c'è da scommettere che nei ricorsi di quest'anno tutti i legali eccepiranno l'illegittimità delle graduatorie aggregate, in modo da sfruttare un'eventuale sentenza di incostituzionalità.

venerdì 29 giugno 2012

L'edificio della Corte europea dei diritti dell'uomo: un documentario

"La più alta corte d'Europa, che decide casi che riguardano i diritti umani". Un bel filmato sulla Corte europea dei diritti dell'uomo e il suo avveniristico edificio: 27.000 metri quadrati di uffici, 700 dipendenti, 47 giudici e... tantissimi ricorsi da decidere, tra cui una decina di "Costruiamo il domani" (dulcis in fundo). All'interno c'è anche una sezione in cui viene spiegato come sono gestiti i ricorsi... Magari i tribunali italiani fossero così efficienti!        
      

La legge sul "numero chiuso" rinviata alla Corte costituzionale: ecco perchè non siamo d'accordo

La legge sul “numero chiuso” nelle università è incostituzionale? La recente decisione del Consiglio di Stato ha rinviato la questione alla Corte costituzionale (sezione VI, ordinanza n. 3541 del 2012, pres. Volpe, est. De Nictolis). Personalmente il rinvio mi lascia perplesso e, pur considerando la legge incostituzionale (per quanto poco conti il mio pensiero), penso che il ragionamento dei giudici amministrativi in questo caso sia errato. Non hanno colto nel segno.

Mi scuso, in via preliminare, se il ragionamento che sto per fare apparirà banale ai giuristi e troppo complesso a tutti gli altri. Faccio inoltre una precisazione, prima di essere sommerso dalle email. Se la Corte costituzionale accoglierà le tesi del Consiglio di Stato, il “numero chiuso” resterà in piedi. Cambierà solo che da ora in poi ci sarà una graduatoria unica nazionale. La pronuncia, inoltre, potrà avere utilità per i ricorrenti che attualmente hanno un ricorso pendente davanti al giudice amministrativo, in base alla loro situazione personale (se tra i lettori c'è qualcuno che rientra in questa categoria è pregato di rivolgersi al suo avvocato), non a tutti gli altri. Se avete dubbi o volete esprimere la vostra opinione postate un commento sul blog, non inviate mail personali su questa vicenda perché non vi risponderò.

* * *

 Nel merito, ritengo che questa volta il Consiglio di Stato non abbia focalizzato il problema. Impressione personale, magari infondata, ma che nasce da considerazioni precise. La legge sul “numero chiuso” nelle università non prevede la graduatoria unica nazionale, ma neanche la impedisce (art. 4, l. n. 264 del 1999). Il Ministero emette ogni anno, in genere verso giugno, un apposito decreto in cui fissa il numero dei posti e individua le modalità di selezone. Ora, piuttosto che prendersela con la legge n. 264 (che non ha imposto la graduatoria unica nazionale), forse sarebbe stato il caso di prendersela col decreto ministeriale che, nel silenzio della legge, ha fissato le modalità di svolgimento test prevendendo tante graduatorie locali invece che una sola nazionale. Il Giudice amministrativo ha certamente il potere di annullare un simile decreto senza bisogno di rivolgersi alla Corte costituzionale.

Mi sembra che i giudici, contestando la mancata previsione della graduatoria unica nella legge, stiano di fatto invocando l’esistenza di una “riserva di legge assoluta”, ossia dell’obbligo del legislatore di stabilire i principi generali e la normativa di dettaglio per accedere ai corsi di laurea. Ma un simile obbligo essite davvero? La Corte costituzionale, nella sentenza n. 383 del 1998 sul “numero chiuso”, ha negato l’esistenza di una tale riserva, ammettendo invece l’esistenza di una “riserva di legge relativa”, ossia del solo obbligo dello stato di indicare con legge i principi generali, fermo restando che la "normativa di dettaglio" sarà indicato nei regolamenti o nei decreti ministeriali, fonti del diritto di rango inferiore alla legge. La Corte non l'ha detto espressamente, ma l'ha lasciato intendere, perché nel dichiarare costituzionale la normativa italiana sul "numero chiuso" in vigore pprima della 1999 ha invocato l'esistenza di norme comunitarie generiche che non prevedevano una disciplina di dettaglio. In quella sentenza, inoltre, i giudici suggerivano allo Stato, per evitare il contenzioso (e dunque non perchè ritenuto indispensabile), di emanare una legge che regolasse la materia degli accessi in maniera organica. Pochi mesi dopo il parlamento approvò la legge n. 264 del 1999. Ora, come si può rimproverare alla legge n. 264 del 1999 di non avere espressamente impedito le graduatorie di ateneo, quando in realtà in materia di accesso all’università non esiste una riserva di legge assoluta ma una riserva relativa? Dunque il vizio di incostituzionalità non sta nella legge ma semmai nei decreti. Semmai bisognava annullare i decreti ministeriali per violazione degli artt. 3 (ragionevolezza) e 97 (imparzialità e buon andamento dela P.A.) della Costituzione. Non c'era bisogno di contestare la legge che, se proprio doveva essere rinviata alla Corte costituzionale, lo doveva essere per altri profili più gravi indagati nel blog!

Accanto a questa ragione “metodologica” ce ne sono altre sostanziali. Le elenco brevemente:

1) Creare una graduatoria unica, con un sistema di preferenze per cui ogni candidato sceglie in quale sede confluire, è pericoloso perché basterebbe una irregolarità in una sede per annullare la prova a livello nazionale. E le irregolarità – come dimostrano Messina e Catanzaro – non sono affatto rare.

2) Se dovessimo accogliere il principio della graduatoria unica, dovremmo applicarlo anche nei concorsi pubblici in cui i posti vengono assegnati su base regionale, come i più recenti concorsi dell’Agenzia delle Entrate. La Corte costituzionale è pronta a creare un simile scompiglio? La meritocrazia è importante, ma le ragioni organizzative hanno il loro peso. E’ impossibile collocare 70.000 individui in un solo capannone: le graduatorie di ateneo sono il male minore rispetto alla graduatoria unica.

lunedì 18 giugno 2012

Riconoscimento del titolo di odontoiatra conseguito fuori dall'Ue: Costruiamo il domani ricorre al Tar Lazio

Nuova sfida per Costruiamo il domani. Per la seconda volta siamo costretti a rivolgerci al Tar Lazio. Abbiamo notificato il ricorso di un cittadino italiano che intende ottenere la convalida del titolo di odontoiatra conseguito fuori dall'Unione europea. Il ricorrente aveva presentato la documentazione per il riconoscimento nel 2011. Da allora, a parte una breve lettera in cui il Ministero della Salute diceva di voler effettuare alcune verifiche, nessuna risposta. Silenzio assoluto. Nè un accoglimento, nè un diniego. Riteniamo che quest'inerzia sia ingiustificata e che il professionista, alla luce della sua laurea e della sua esperienza professionale conseguita all'estero, meriti la convalida del titolo di odontoiatra. Per questo abbiamo deciso di notificare un ricorso. Nei prossimi giorni lo depositeremo. Vi terremo informati sulla vicenda.

domenica 10 giugno 2012

Cosa vogliamo

Chi siamo e cosa facciamo

"Costruiamo il domani" è un'associazione indipendente che intende tutelare i diritti fondamentali attraverso iniziative legali e campagne di sensibilizzazione. Crediamo che il diritto all'istruzione sia uno strumento imprescindibile per la tutela della libertà individuale. Crediamo nel libero mercato e nel diritto dell'individuo a scegliere liberamente la propria istruzione e la propria professione. Contestiamo il "numero chiuso" nelle università e nelle professioni. Respingiamo ogni forma di pianificazione dell'economia.

L'associazione fornisce consulenza ai cittadini che hanno subito una violazione dei propri diritti fondamentali, tramite i propri esperti, limitatamente alle materie affrontate nel blog. La partecipazione dei cittadini alle iniziative legali è subordinata al pagamento delle spese.

Il Comitato
scriviacid@gmail.com

martedì 5 giugno 2012

Nuovo look, il comitato cerca un grafico

Abbiate pazienza per le continue modifiche del blog! Stiamo cercando un punto di equilibrio tra ricchezza di contenuti e facilità di navigazione. Ne approfitto per un appello: saremmo grati se qualche grafico o webmaster ci desse una mano a migliorare il layout del sito. Sarebbe un modo concreto per sostenere le nostre iniziative!

Potete contattarci a questo indirizzo:



sabato 2 giugno 2012

Corte europea, giovedì sentenza su "Europa 7"

Era stata definita "La tv che non c'è". Europa 7 nel 1999 aveva vinto una concessione per iniziare le trasmissioni televisive, ma a causa della mancanza di frequenze libere non era stata in grado di andare in onda. Il suo canale era infatti occupato da due emittenti (Retequattro e Tele+Nero) che, pur non avendo ricevuto la concessione, erano state autorizzate "in via temporanea" a continuare le trasmissioni. Una situazione di stallo che praticamente si è protratta per dieci anni.
Europa 7 rischia di trasformarsi in un affaire molto costoso per il nostro Paese.


L'imprenditore Francesco Di Stefano, dopo un decennio di battaglie legali, si è rivolto alla Corte europea dei diritti dell'uomo per ottenere un risarcimento del danno (le frequenze gli sono state assegnate definitivamente nel 2010). Il ricorrente lamenta la violazione degli artt. 10 (libertà d'informazione), 14 (divieto di discriminazione), 6 (giusto processo) e 1 del protocollo n. 1 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo (diritto di proprietà). 

Giovedì 7 giugno, alle 10 di mattina, sarà depositata la sentenza, emessa dalla Grande camera (e dunque non impugnabile). 

Ho letto la statement of facts e ho visionato l'udienza pubblica del 2011. Mi sono convinto che il nostro Paese ha gestito talmente male la vicenda che probabilmente il ricorso verrà accolto e la Corte fisserà un'ulteriore udienza per liquidare i danni. Dieci anni di ingiustizie si pagano cari. Corriamo il rischio di dover sborsare una cifra più alta dei 49 milioni di euro di Punta Perotti.

giovedì 31 maggio 2012

La legge sul prezzo dei libri viola il diritto comunitario. "Costruiamo il domani” scrive alla Commissione


La legge italiana sul prezzo dei libri discrimina Amazon e le altre imprese europee che operano nel settore. “Costruiamo il domani” ha inviato una segnalazione alla Commissione europea in cui chiede di avviare un'indagine per stabilire se la normativa contrasta col diritto comunitario.

La “legge Levi” (n. 128 del 2011) vieta gli sconti superiori al 15% del prezzo di copertina e impone pesanti limitazioni alle promozioni (divieto di effettuarle nel mesi di dicembre, durata massima di un mese, sconto massimo del 25%, facoltà dei rivenditori di non aderire...). E' stata approvata all'unanimità, un evento straordinario che evidenzia la bravura dei lobbisti. Tutti i partiti hanno votato a favore della legge, compresi Lega e Italia dei Valori.

La legge Levi, a nostro avviso, è una legge iniqua perché irrigidisce il settore sostenendo che una “eccessiva” concorrenza potrebbe danneggiare il mercato. Le Camere hanno approvato una norma che avvantaggia i pochi (le piccole librerie indipendenti) per danneggiare i molti (ossia i consumatori). E' a causa di leggi come questa che l'Italia cresce meno delle altre nazioni. Provvedimenti del genere sono un regalo alle imprese meno competitive a un danno per quelle più dinamiche. Livellano il mercato. Bloccano l'innovazione. Impediscono agli editori di sperimentare nuove strategia commerciali. Ma perché non lasciare che siano i consumatori a scegliere il modello di business vincente?

Non intendiamo convincere della dannosità della legge Levi, c'è parecchia gente su internet pronta a giurare il contrario, con argomentazioni più o meno discutibili ma basate invariabilmente sul punto di vista degli operatori, non dei consumatori. Non siamo contrari al fatto che un editore possa imporre ai rivenditori il prezzo minimo di vendita. Simili restrizioni, se frutto di un libero accordo tra le parti, possono avere effetti positivi. Il fratto è che in questo caso le limitazioni vengono praticamente imposte ex lege nei confronti di tutti gli operatori. Anche di quelli che ne avrebbero volentieri fatto a meno: inaccettabile.

I parlamentari hanno giustificato il provvedimento con la necessità di limitare lo “strapotere” di Amazon e della grande distribuzione. Lo hanno affermato nei lavori parlamentari e ribadito ai giornalisti, tanto che la norma è stata ben presto soprannominata “legge anti Amazon”. Queste incaute dichiarazioni basterebbero da sole a concludere che la legge è contraria al diritto comunitario, dal momento che Amazon e le grandi catene di distribuzione che operano nel settore dei libri hanno sede legale in altre nazioni europee e che dunque godono della protezione del Trattato.

Tuttavia, se ciò non bastasse, esistono alcune sentenze della Corte di Giustizia in base alle quali le leggi che limitano gli sconti sono state dichiarate illegittime se avevno come effetto quello di impedire alle imprese di un Paese membro di attuare una politica dei prezzi aggressiva con cui penetrare su un nuovo mercato. Amazon, al momento dell'entrata in vigore della legge Levi, aveva aperto da pochi mesi la succursale italiana e utilizzava sconti superiori 25% per attirare nuovi clienti. Ci stava riuscendo. L'approvazione della legge Levi ha impedito questa strategia: Amazon ha dovuto rinunciare agli sconti e il suo vantaggio competitivo si è ridotto. Ma i veri sconfitti sono i lettori italiani che hanno perso l'occasione di fare acquisti a buon mercato.

martedì 22 maggio 2012

Riconosciuto il titolo di odontoiatra conseguito in Romania, nuova vittoria di "Costruiamo il domani"

Con questo post vorrei rispondere ai tanti scettici che, nei commenti pubblicati in questo blog, hanno messo in dubbio la possibilità di ottenere il riconoscimento automatico del titolo di odontoiatra conseguito in Europa. Alcuni sono arrivati a sostenere - tesi certamente errata - la necessità di superare prove di idoneità e ulteriori esami... Prima di scrivere certe affermazioni bisognerebbe documentarsi.

Alcuni giorni fa un cittadino palermitano laureatosi a Oradea, assistito da "Costruiamo il domani", ha ottenuto il riconoscimento del titolo di odontoiatra e l'iscrizione all'ordine della sua provincia. In un primo tempo le autorità italiane avevano negato l'iscrizione, avanzando perplessità sul percorso formativo intrapreso in Romania. Il Ministero competente chiedeva chiarimenti dal governo di quel Paese circa l'iter formativo del laureato. Il procedimento di riconoscimento veniva sospeso "sine die". Il professionista, insoddisfatto di questa risposta e desideroso di ottenere un rapido riscontro, si è rivolto a "Costruiamo il domani", che ha presentato una diffida e un ricorso al Tar Lazio. Non è stato necessario attendere la prima udienza: il Ministero ci ha scritto informandoci dell'intenzione di riconoscere il titolo. Dieci giorni dopo il provvedimento è stato firmato. Così, dopo un'attesa di nemmeno due mesi, il professionista ha ottenuto l'iscrizione all'ordine professionale e ha potuto iniziare a svolgere la professione per la quale aveva studiato.

Probabilmente, grazie anche a "Costruiamo il domani", da ora in poi i riconoscimenti dei titoli conseguiti in Romania saranno più veloci. Probabilmente non sarà necessario rivolgersi a un'associazione come la nostra o scomodare il Tar (ci speriamo). Tuttavia, in caso di difficoltà, potete sempre contattarci e vi daremo la consulenza necessaria.

dr. Giuseppe Lipari

martedì 20 marzo 2012

Da Madrid all'Aquila: il Tar accoglie il trasferimento di uno studente di Odontoiatria

Nuova vittoria di Costruiamo il domani nella battaglia per l'abolizione del "numero chiuso". Uno studente italiano di Odontoiatria iscritto all'Uem di Madrid ha ottenuto il trasferimento in Italia, presso l'Università dell'Aquila, grazie a un'ordinanza del Tar Abruzzo.

Il ricorso - redatto dagli esperti di Costruiamo il domani - evidenziava l'illegittimità del bando per il trasferimento di studenti ad anni successivi al primo: l'Università abruzzese metteva in palio parecchi posti ma inspiegabilmente stabiliva che sarebbero stati assegnati esclusivamente agli studenti extracomunitari, col risultato che la maggior parte di questi posti restavano inassegnati per mancanza di richieste. Una decisione in contrasto con le più recenti sentenze del giudice amministrativo, secondo le quali i posti destinati ai corsi a "numero chiuso" devono essere saturati completamente.

Costruiamo il domani ha immediatamente impugnato il bando deducendo l'illogicità della norma e la violazione della legge sul "numero chiuso" (che prevede il test di accesso solo per l'iscrizione al primo anno, non per gli anni successivi). Il ricorrente ha quindi presentato la domanda di trasferimento e ha impugnato anche il provvedimento, emesso alcune settimane dopo, in cui l'Università negava l'iscrizione.

I giudici hanno però accolto le richieste del ricorrente. Lo studente iscritto in una università europea ha il diritto di ottenere il trasferimento in Italia perchè "il trasferimento e la conseguente iscrizione ad anni successivi al primo non presuppone il superamento del test di ammissione e ciò tanto più se il posto rivendicato è rimasto vacante" (Tar Abruzzo, Aquila, I, ordinanza sospensiva n. 1/2012).

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Aggiornamento del 3 agosto 2012.

Chi è interessato all'argomento può consultare anche questo link, relativo a una nostra iniziativa analoga che scadrà il 10 agosto 2012.

http://costruiamoildomani.blogspot.it/2012/08/ricorso-per-il-trasferimento-in-italia.html

domenica 18 marzo 2012

Numero chiuso, a breve la sentenza della Corte europea

La battaglia di Costruiamo il domani contro il “numero chiuso” si avvia alla conclusione. La partita si gioca davanti la Corte europea dei diritti dell'uomo, a Strasburgo (ecco un articolo che parla di noi, apparso il 12 luglio 2011 sui giornali del gruppo "Quotidiano nazionale", gli unici che, insieme al sito web "blitz quotidiano", si sono occupati della vicenda...). Il Governo italiano ha replicato al ricorso del comitato che, a sua volta, ha risposto con una breve memoria. Adesso, dopo questo breve "scambio epistolare", il fascicolo passa ai giudici della seconda sezione. La legge italiana sul “numero chiuso” viola la Cedu? Lo scopriremo quando i giudici depositateranno la sentenza. Fra pochi mesi.

I ricorrenti hanno chiesto il risarcimento dei danni e l'iscrizione in sovrannumero ai corsi di Medicina e Odontoiatria.

Il "numero chiuso" italiano non si basa su motivazioni organizzative (garantire la qualità dei laureati) ma su motivazioni occupazionali di sapore corporativo (limitare il numero dei futuri laureati garantendo una rendita di posizione a chi già possiede quel titolo). La legge n. 264/99 impedisce alle università statali e private che hanno le infrastrutture di innalzare a piacimento il numero dei posti. Tutto ciò rappresenta - ad avviso di Costruiamo il domani - una violazione del diritto all'istruzione garantito dalla Cedu e delle norme comunitarie in materia di concorrenza.

(aggiornato alle 19.01 del 19 marzo 2012)