giovedì 31 gennaio 2008

Chewing gum: Mastica che ti passa...

Quanti di noi non hanno mai masticato dosi massicce di chewing gum? Eppure il principale pensiero durante la masticazione della "cicca" è stato sempre quello della possibile perdita delle "otturazioni dentali" e via discorrendo... Le principali pubblicità oggigiorno indicano diverse proprietà benefiche nel chewing gum e, malgrado lo scetticismo generale, si tratta di dati studiati e confermati dai principali laboratori mondiali. Che ci si voglia credere o no il Chewing gum ha capacità benefiche nei confronti dei soggetti che sono atti a masticarlo. Vediamole in ordine:

1) I benefici sull'igene orale

Si tratta degli unici benefici certi e come tali considerati anche dalla maggior parte dei consumatori. Derivano essenzialmente dalla presenza dello Xilitolo sostanza comunemente presente in natura in pere e fragole per esempio.
Tra questi benefici vanno annoverati:

Alito più fresco e più a lungo;

Igiene diretta del cavo orale (Infatti, la masticazione, stimolando la secrezione di saliva, ha un'azione detergente nonché di mantenimento del livello del pH all'interno della bocca. Inoltre, l'accresciuto flusso salivale rimuove i residui di cibo);

Azione antiplacca (mediante l'azione di ingredienti specifici quali enzimi e bicarbonato);

Effetto balsamico (è quello di più recente scoperta grazie all'aggiunta di ingredienti quali mentolo ed eucaliptolo. I suddetti ingredienti rilasciano vapori balsamici gradualmente e per un lungo periodo di tempo, ma in tal senso si suppone anche che questo possa causare il riglusso esofageo causando bruciore alal gola);

Azione anti-otite (la presenza dello Xilitolo contrasta la crescita di batteri responsabili dell'otite e non solo. Tra questi è annoverato lo streptococcus pneumoniae, che può causare, oltre all'otite, anche meningiti, polmoniti, sinusiti. Un gruppo di ricercatori finlandesi ha dimostrato che masticare chewing gum contenente xilitolo per due mesi, per almeno cinque minuti dopo ogni pasto, poteva ridurre del 40% la ricorrenza dell'otite, e del 36% la necessità di antibiotici, rispetto al gruppo di controllo che non ne faceva uso);

2) Vettore per i nuovi farmaci

Rappresenta una nuova forma farmaceutica che risponde appieno alle richeste di "compliance" del paziente in quanto sicuramente più gradevole dell'assunzione di una compressa o di uno sciroppo. Il principio attivo contenuto della "cicca", una volta che questa è stata masticata, viene assorbito dalla mucosa orale e distribuito nel sistema circolatorio mediante i vasi sanguigni presenti nella stessa mucosa.

3) Rafforzamento della memoria

Il chewing gum aiuta a migliorare anche le capacità cognitive e soprattutto la memoria a lungo termine. La notizia proviene dall'Università di Northumbria (UK) ove uno studio condotto da Andrew Scholey ha dimostrato che il chewing gum promuove un incremento del 35% della capacità di memorizzare. L'esperimento è stato condotto su un campione di 25 persone divise in tre gruppi:il primo aveva masticato gomma ininterrottamente per 25 minuti, il secondo aveva mimato il gesto senza aver niente in bocca, il terzo era rimasto seduto senza far niente.
I primi hanno dimostrato una capacità di memorizzare superiore del 35%, cui corrispondeva anche una maggiore frequenza cardiaca. Potrebbe essere quest'ultima la chiave: il battito cardiaco più frequente porta al cervello sangue più ossigenato e ricco di nutrienti, che fornisce un ottimo carburante alle cellule nervose. La spiegazione però è ipotetica e le ragioni potrebbero essere altrove. Per esempio, nel fatto che la masticazione stimola la produzione dell'insulina, la sostanza che attiva l'ippocampo, ossia la struttura cerebrale deputata - fra l'altro - all'archivio delle informazioni in entrata.

4) "Inceneritore" di calorie

James Levine, ricercatore americano della Mayo Clinic, dopo aver scoperto che i ruminanti bruciano circa il 20% dell'introito calorico proprio nella masticazione ha deciso di condurre uno studio su sette volontari, di peso normale e senza problemi particolari di salute, che hanno masticato chewing gum seguendo il ritmo dettato da un metronomo, pari a 100 masticate al minuto, per 12 minuti. Il risultato: anche il metabolismo umano aumenta del 20%, per un consumo di 11 calorie all'ora. Ovvero, si bruciano fino a 5 chili se ogni giorno ci concediamo 6 gomme...

5) Antistress

La masticazione dei chewing gum ha per molte persone un effetto rilassante. paragonabile a quello ottenuto dall'utizzo delle altrettanto comuni palline antistress..

6) "Soldato contro la sigaretta..."
Tale effetto benefico si crede essere associato ad una componente psicologica tale che la masticazione in se riesca ad indurre una diminuzione mella sensazione d'astinenza da sigaretta.

7) Ridurre l'acidità di stomaco

Avete mai sentito un forte bruciore di stomaco? Chiunque nella propria vita ha provato questa sgradevolissima sensazione, e, come chiunque altro, il rimedio che si è sempre adottato è stata l'assunzione di bicarbonato di sodio o qualisasi altro anti-acido. Studi americani condotti su un ampio campione di pazienti da alcuni gastroenterologi della Nebraska University hanno dimostrato che il chewing gum aiuta a mantenere basso il livello di acidità dello stomaco. Infatti, somministrando la "cicca" senza zucchero per 30 minuti a soggetti che in precedenza avevano assunto alimenti causanti riflussi gastro-esofagei, si è notato che la quantità di acido presente nel loro stomaco era nettamente inferiore rispetto a quella di pazienti che invece non avevano masticato il chewing gum

Non va però inteso che la masticazione delle chewing gum porti solo dei benefici.. Anzi... Il suo uso (alle volte se proluganto) comporta l'insorgenza di diversi disturbi quali:

• Affaticamento dell’articolazione della bocca
Per evitare è necessario non masticare più di due o tre chewing-gum al giorno e ai bambini è consigliato solo dopo i 4-5 anni".

• Stimola l'appetito

• disturbi intestinali: dolcificanti artificiali come l’aspartame e, allo stesso modo, la presenza di ponti di fenilalanina può causare effetto lassativo (ma questo è riportato in ogni confezione di Chewing gum)

• mal di testa

• aumento di peso
le gomme zuccherate perdono presto il sapore dolce e così invogliano a masticarne ancora, con il risultato di incassare un gran numero di calorie: 100 g (tre pacchetti circa) contengono 263 calorie, l’equivalente di un cono gelato alla crema!

Conclusioni


Buona parte dei benefici quì descritti sembrerebbero invogliare l'assunzione di chewing gum, ma, come quasiasi sostanza introdotta nel nostro corpo, non è affatto consigliabile un abuso. E' però oltremodo interessante il suo impiego in ambito farmaceutico tanto da renderla oggetto di numerosi studi da parte dei Tecnologi farmaceutici.

In altre parole, parafrasando lo spot di un'importante azienda produttrice di bevande alcoliche:

"Assumete chewing gum responsabilmente".



lunedì 21 gennaio 2008

Solidarietà ai lavoratori della Tecnosistemi di Carini

Il Comitato solidarizza con i lavoratori della Tecnositemi di Carini, che hanno perso il proprio posto a causa del comportamento irresponsabile di "persone senza scrupoli" e della "mancanza di volontà" di rilanciare un'azienda che, a dire dei dipendenti in mobilità, rappresentava una delle poche realtà a livello nazionale nel campo della ricerca e dello sviluppo dell’elettronica di potenza, che aveva prodotto brevetti internazionali, partecipazioni ad eventi del settore e collaborazioni con l’Università.

Che ne sarà di queste persone? Difficile dirlo.

Trovare lavoro in Sicilia è difficilissimo, chi può cerca fortuna altrove, chi invece ha la responsabilità di una famiglia è costretto a restare qui ed a scontrarsi con la dura realtà del clientelismo spicciolo e dell'ingiustizia sociale.

Vicende come questa fanno riflettere... perciò vi esortiamo a leggere l'articolo scritto da uno degli interessati, Giuseppe Martinez, che ci ha chiesto di far conoscere la vicenda all'opinione pubblica.


Tecnosistemi: I lavoratori dello stabilimento di Carini (ex Italtel) in amministrazione straordinaria si costituiscono “parte civile”

Accolta la richiesta di costituzione di “parte civile” presentata dai lavoratori della Tecnosistemi di Carini in amministrazione straordinaria nel processo penale contro l’imprenditore Mario Mutti.

L’udienza ha avuto luogo mercoledì 16 gennaio ed è cominciata alle ore 9,30 presso la terza sezione collegiale penale del Tribunale di Milano. Davanti ai giudici, che dopo due ore di camera di consiglio hanno deciso di accogliere la costituzione di parte civile dei lavoratori della Tecnosistemi dello stabilimento di Carini (ex Italtel), erano presenti i Pubblici Ministeri Laura Pedio e Luigi Orsi; inoltre Mario Mutti imputato per bancarotta fraudolenta assistito dall’avvocato Alessandro Dedoni; l’avvocato dei tre amministratori straordinari dell’azienda la cui sede centrale è a Milano; in rappresentanza dei lavoratori che erano in forza nello stabilimento di Carini Pino Martinez che si è presentato all’udienza assistito dagli avvocati Ettore Zanoni e Piergiorgio Weiss del foro di Milano.

Mario Mutti è sotto accusa in questo processo perché, nella qualità di socio di maggioranza nonché dominus della Tecnosistemi Spa, dichiarata insolvente il 30 settembre 2003 dal Tribunale di Milano ai sensi dell’art. 3 D.Lgs 270/99 e in amministrazione straordinaria dal dicembre dello stesso anno, dissipava il patrimonio sociale, cagionava il dissesto della società e comunque per effetto di dolose operazioni e, allo scopo di recare pregiudizio ai creditori, teneva i libri sociali e le scritture contabili in modo da non consentire la ricostruzione del patrimonio e degli affari.

Dal 21 ottobre 2003 i lavoratori della Tecnosistemi di Carini non possono più varcare i cancelli della fabbrica perché sono stati messi in Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria. Dal 22 marzo 2007 i Commissari Straordinari hanno posto i lavoratori della Tecnosistemi S.p.A. in mobilità fino al raggiungimento della pensione, di questi circa 70 nello stabilimento di Carini. Altri sono stati messi in Cassa Integrazione Guadagni in deroga, di cui circa 30 nello stabilimento di Carini.

Le trattative condotte in questi anni al tavolo del Ministero dello Sviluppo Economico non hanno sortito alcun risultato dimostrando l’incapacità, o forse sarebbe meglio dire la mancanza di volontà, della presidenza della Regione Siciliana, del Governo Nazionale e del sindacato di rilanciare l’azienda carinese che rappresentava una delle poche realtà a livello nazionale nel campo della ricerca e sviluppo dell’elettronica di potenza e che aveva prodotto brevetti internazionali, partecipazioni ad eventi del settore e collaborazioni con l’Università.

La crisi che stanno attraversando questi lavoratori costretti a vivere con l’esiguo assegno percepito dall’INPS senza tredicesima mensilità, ha creato in alcuni di loro situazioni di sofferenza, in qualche caso anche gravi, dovuta allo stress subito a causa della perdita del lavoro. Trovare il lavoro in Sicilia è difficile e per questo molti giovani sono costretti ad emigrare e in qualche caso è quanto avvenuto nel gruppo di questi lavoratori, ma per il resto quale sarà il loro destino? Si deve pure campare! Se poi il lavoro si perde a 50 anni, si può solo immaginare di essere avviati verso un pensionamento e una vecchiaia meno dignitosa. Questo è il futuro che si prospetta davanti ai loro occhi.

Con la costituzione di parte civile nel processo penale contro Mutti i lavoratori della Tecnosistemi che erano in forza nello stabilimento di Carini chiedono giustizia e vogliono lanciare un segnale alle istituzioni e all’opinione pubblica per dire che vogliono riconquistare la loro dignità lavorativa persa a causa di gente senza scrupoli che li ha abbandonati verso questo difficile destino. Sit-in, cortei, scioperi della fame, occupazioni di fabbrica, nulla è servito in questi circa 5 anni per rilanciare un’azienda che era un fiore all’occhiello della Sicilia. Anche queste battaglie civili per la riconquista del lavoro devono avere l’attenzione della politica, delle amministrazioni locali, regionali, dei governi, dei sindacati, perché creando occupazione c’è la concreta speranza di dare un avvenire alla nostra terra e di sconfiggere la mafia in Sicilia.


Giuseppe Martinez
Lavoratore in mobilità della Tecnosistemi di Carini in amministrazione straordinaria.

mercoledì 16 gennaio 2008

L´urbanistica incerta che devasta la città

L'articolo che riporto in quest'intervento è stato pubblicato qualche giorno fa in www.eddyburg.it, un sito "figlio" (tra i tanti) del lavoro e del'impegno di Edoardo Salzano, architetto, urbanista, professionista modello per "aspiranti pivelli" come me, divulgatore e tra i massimi esponenti della cultura uranistica italiana.

La questione trattata ha una rilevanza importantissima, ci tocca direttamente in quanto cittadini di Palermo, perchè è una questione da cui dipende il futuro della città. Tutto parte dalle voci e indiscrezioni che da qualche mese circolano attorno alla realizzazione del nuovo Piano Particolareggiato Esecutivo (PPE) del centro storico. Voci e indiscrezioni sono rimaste tali, e non si è ben capito quale debba essere l'impostazione o l'idea progettuale che l'Amministrazione vuole dare al nuovo piano. Anzi, si annusa un pò di confusione e indecisione. Cosa si vuol far seguire al recupero edilizio (recupero rivolto alle sole unità edilizie) avviato in questi anni? Si continuerà ad ignorare la necessità della chiusura al traffico? La questione ambientale? La questione abitativa e lo spopolamento? Una discussione con la città su questi temi è finora mancata. In questi giorni credo che un po' tutti ci siamo resi conto di quanto siano gravemente nocivi, per una città, la mancanza, da parte degli enti locali, di una prefigurazione condivisa e auspicata di futuro, l'incapacità nel solo programmare azioni a strategie efficaci.




Da la Repubblica, Palermo, 11 gennaio 2007 (m.p.g.) Autore: Sergio Troisi


Una strana attesa sembra gravare da qualche tempo sul destino urbanistico di Palermo, una serie di segnali, voci e dichiarazioni che investono direttamente i due principali strumenti urbanistici della città, il Piano regolatore generale e il Piano particolareggiato esecutivo, segnati nella loro vicenda storica da due diverse visioni e culture. Il primo, varato definitivamente dal Consiglio comunale nel gennaio 2004 con una presa d´atto che ha recepito i due decreti di approvazione da parte della Regione della variante generale inviata nel 2002, ha avuto un iter più che decennale quanto mai frastagliato che ne ha infine fortemente alterato le premesse e la filosofia d´impianto. Il secondo, approvato nel 1993 secondo i criteri del restauro conservativo, è ormai scaduto e, secondo gli annunci dell´assessore comunale all’Urbanistica Nino Scimemi, necessita di una revisione profonda così da attrarre capitali e risorse in grado di accelerare il recupero del centro storico. In modo differente, entrambi gli strumenti in vigore risultano così allo stato attuale delle anitre zoppe, insufficienti a delineare le direttrici di sviluppo e di disegno urbano, con la conseguenza di sospendere i piani di previsione della città tutta in una sorta di limbo, una condizione di incertezza che impedisce e blocca ogni ipotesi di progettualità unitaria accentuandone quella fisionomia casuale e frammentaria che sembra divenuto il suo carattere irreversibile.
Non c’è dubbio che tutta la vicenda del Prg abbia giocato, in questa disarticolazione progettuale, un ruolo centrale. Avviato addirittura nel 1989 con l´incarico affidato dalla giunta cosiddetta esacolore guidata da Leoluca Orlando a una équipe coordinata da Leonardo Benevolo per la variante di adeguamento, concretizzatosi operativamente con l´affidamento a Pierluigi Cervellati nel 1993, consegnato con gli elaborati a scala 1 a 5.000 l´anno successivo e adottato nel 1997, il Piano regolatore ha conosciuto, dopo questa data, una serie di modifiche all’impianto iniziale.
Un vulnus decisivo per Cervellati, al punto da disconoscerne la paternità in una dichiarazione polemica nei confronti della amministrazione Orlando, secondo la quale invece il passaggio non ne invalidava la concezione di base e gli assi operativi miranti a un recupero (come si legge nella premessa) della unitarietà territoriale: dalla identificazione del cosiddetto «netto storico» che indicava le parti di città dai caratteri di pregio storico, artistico e ambientale alla valorizzazione del verde storico, dal contenimento dell’incremento di cubatura nelle zone parzialmente urbanizzate alla individuazione delle aree destinate alla realizzazione di strutture residenziali, ricettive o direzionali.

Contro quel Piano - prima e dopo l’accoglimento delle osservazioni - si levarono subito le critiche di chi lo giudicava eccessivamente conservativo, penalizzante verso i possibili nuovi insediamenti commerciali e industriali, frenante nei confronti di un possibile sviluppo economico della città e del suo territorio; le stesse critiche a suo tempo rivolte al Ppe, con il quale infatti il Prg stabiliva una organica continuità di metodo saldando la filosofia del restauro del centro storico a quella di un recupero - dopo i decenni del saccheggio indiscriminato delle risorse territoriali - di quanto, nella lunga vicenda di Palermo e delle antiche borgate fagocitate dalla cementificazione era ancora leggibile e recuperabile come un sistema culturale unitario. I due decreti regionali contenenti una serie di modifiche e correzioni del marzo e del luglio 2002, recepiti poi dal Comune con una semplice - e anomala - presa d’atto, hanno inficiato sostanzialmente quel disegno e quella concezione. Alcune parti del «netto storico», soggetto a salvaguardia (zone A e A1), sono state convertite in zona B, e rese passibili quindi di aumenti di cubatura e di incremento demografico; alcune parti della zona B (parzialmente o totalmente edificate) sono state a loro volta convertite in zona C per nuova edificazione, aree di verde storico prima costrette da vincoli di inedificabilità assoluta sono state rinominate a verde agricolo con nuovi indici di fabbricabilità. Al termine del suo lungo iter, il Piano regolatore è così approdato a una mappatura ibrida, incerta, priva di strategia, e nonostante questo già più volte ulteriormente assediata sotto forma di deroghe e varianti, come quelle che hanno destinato l’area di Fondo Raffo, verde storico della Piana dei Colli a ridosso dello Zen, al nuovo centro commerciale fortemente voluto da Maurizio Zamparini. Una condizione di debolezza strutturale insomma, che non a caso ha indotto alcuni costruttori, nei giorni dell’emergenza dei senza casa, a chiedere addirittura un nuovo Piano regolatore che allenti definitivamente i vincoli in una deregulation che rischierebbe di tramutarsi nell´ennesimo, definitivo episodio delle mani sulla città.

La richiesta è stata respinta dall’assessore all’Urbanistica (né poteva essere altrimenti: i Prg hanno, per legge, una loro durata), che però, quasi contestualmente, ha annunciato l’intenzione di rivedere in modo sostanziale il Ppe affidando tale compito a un gruppo di cinque esperti. Ufficiosamente, i nomi sono usciti nei giorni scorsi, e si tratta di urbanisti e architetti di prestigio (da Bruno Gabrielli a Teresa Cannarozzo, che proprio sulle pagine di questo giornale aveva in passato sottolineato i meriti del piano, e la cui presenza costituiva quindi una garanzia di equilibrio in un contesto così delicato), ma le nomine, improvvisamente, sono state bloccate al punto che lo stesso assessore ha minacciato le dimissioni se queste non fossero state firmate dal sindaco entro la fine della settimana scorsa. La settimana è trascorsa, le dimissioni non ci sono state; in compenso, è giunta la notizia (non smentita; ne ha scritto la scorsa domenica Massimo Lorello) di un possibile accordo che Diego Cammarata starebbe per condurre in porto con la società degli Emirati Arabi "Limit Less" per il risanamento non soltanto del centro storico, ma anche di quella zona costiera - il Waterfront, come è stato ribattezzato - su cui da tempo gravitano gli interessi della autorità portuale, senza che tuttavia l’intervento progettuale (era uno degli aspetti più sconcertanti della mostra della Biennale architettura che proprio il commissario Nino Bevilacqua aveva voluto nel padiglione di Sant’Erasmo lo scorso anno) andasse oltre le indicazioni preliminari. Come si costituirebbe tale accordo, e soprattutto quali conseguenze avrebbe nei confronti sia del Prg che del Ppe, è tutto da vedere. È altamente probabile, tuttavia, che la logica di intervento possa avere un effetto dirompente sui due strumenti urbanistici, ed è tale incertezza sulla logica di ridisegno della città tutta - senza che si sia aperto un dibattito reale su questioni di cruciale importanza per il futuro di Palermo - a destare allarme, nel merito e nel metodo.

domenica 13 gennaio 2008

Nasce una petizione contro il decreto "25 punti"


Aumenta il dissenso contro il "numero chiuso" ai corsi universitari. Desideriamo segnalare velocemente un post realizzato da alcuni studenti per sollecitare l'intervento delle istituzioni. Hanno anche preparato una petizione on line da indirizzare ai ministri competenti e al Presidente del Consiglio. I promotori dell'iniziativa contestano gli effetti discriminatori del decreto "25 punti" approvato dal Ministero dell'Università. In base a questo provvedimento, a partire dell'anno prossimo, i candidati ai corsi di laurea a "numero chiuso" si vedranno attribuiti 25 punti in relazione al curriculum scolastico (voto di diploma, media del triennio...).
La nostra perplessità consiste nel fatto che una riforma così importante non dovrebbe entrare a regime immediatamente ma dopo almeno 3 anni, in maniera da dare la possibilità agli studenti di migliorare il proprio rendimento. Cambiare le "regole del gioco" in corso d'opera non è molto corretto e rischia solamente di creare confusione e alimentare una pioggia di ricorsi... La via maestra è l'abolizione del "numero chiuso".
Ulteriori informazioni quì:

Per firmare la petizione, invece, basta andare a quest'indirizzo. Se credete in questa battaglia fate la cosa giusta... firmate!

http://www.petitiononline.com/bonus25/petition.html

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Aggiornamento del 3 giugno 2008: il Governo Berlusconi ha emanato un decreto legge che rinvia l'applicazione del decreto 25 punti fino all'anno accdemico 2009-2010. Per altre info: http://www.accessovietato.altervista.org/DL972008.html

venerdì 11 gennaio 2008

Sei di Palermo se...

La "palermitudine" indica essenzialmente l'atto di appartenenza ad un "tipo sociale" quale il palermitano, una persona che per peculiarità batte chiunque al mondo. da un paio di giorni ho ricevuto questa mail ed ho deciso di pubblicarla sul blog per rider un po' su ciò che noi, abitanti del capoluogo, siamo.. buona lettura e buon divertimento

sei di palermo se hai esclamato almeno una volta nella vita :"ma perchè aprirsi una panelleria o un ganci a milano? quanti piccioli ti fai?"

sei di Palermo se la pressa per te non è semplicemente un compattatore, ma il metaforico discrimine tra l'utile e l'inutile

sei di palermo se non sai come si dica calia e semenza in italiano

sei di Palermo se, indicando un supplì in un bar di Milano, chiedi "un'arancina"

sei di palermo se hai subito un fermo

sei di palermo se ti hanno fregato almeno una vespa

sei di palermo se 'scendi' a mondello e "sali" a palermo

sei di palermo se la pizzetta di benny è troppo seria!!

sei di palermo se non hai idea di dove sia viale margherita di savoia, ma sai benissimo dov'è la discesa di mondello (anche se la fai in salita)

sei di palermo se il motore non è un pezzo della macchina, ma un mezzo di locomozione

sei di palermo se "scendimi le chiavi!"

sei di palermo se riesci a NON vedere il mare da casa anche abitando a 20 metri dalla costa

sei di palermo se "minchia favoloso"

Sei di palermo se "alla festa c'era mezza palermo"

sei di palermo se "che duciiii!!!"

sei di palermo se "ti sei ammuccato con..."

sei di palermo se "compà, tuttapposto?"

sei di palermo se appena lavi la macchina comincia a piovere...sabbia!

sei di palermo se sai che l'unita' di misura della sasizza e' il callozzo

sei di palermo se ... hai fatto almeno un goal di puntazza arraggiata

sei di palermo se la pasta col forno è troppo bella

sei di palermo se ogni volta che c'è un incidente ti fermi bloccando il traffico per analizzare la situazione e poter dire la tua

non sei a palermo se per far capire che hai fretta di andare ti esprimi in termini di produzione casearia: "Amunì volete quagliare??"

sei di palermo se in "piazza alcide de gasperi" e in "via isidoro la lumia" il nome proprio ce lo devi mettere per forza, ma come si chiama il signor sciuti di "via sciuti" proprio non lo sai

sei di palermo se il pulsante non lo premi, ma lo pressi

sei di palermo se non sai dire in italiano la seguente frase : 'voi due quanto vi levate?'

sei di palermo se ti chiama a casa il portiere del palazzo di tuo nonno, per dirti che la signora xxx gli ha detto di dirti che c'è la finestra della veranda aperta e che quindi magari entra acqua e forse sarebbe il caso di chiuderla...

Sei di Palermo se "nella tua via" ci sono sempre 2 vigili e 2 posteggiatori abusivi di motorini che, come le rette parallele, scorrono vicini ma non si incontrano mai...

sei di palermo se pur essendo proprietario di un appartamento,parlando dici sempre "Nel mio palazzo...."

sei di palermo se il barista ti chiede "quanti pezzi sono?"

sei di palermo se non si torna a casa prima di andare a mangiare il pizzotto!

sei di palermo se "...ma che dobbiamo combinare?"

sei di palermo se la sera "devi uscire il cane"

lunedì 7 gennaio 2008

Maxi-ricorso Medicina, Tar Lazio respinge sospensiva


Il Tar lazio ha respinto la sospensiva presentata dall'Udu nel maxi-ricorso per l'abolizione del "numero chiuso" di Medicina. Questa è la notizia "nuda e cruda". Tutto il resto, come direbbe Califano, è noia. Ne approfittiamo per fare qualche chiarimento.

Mi dispiace che l'Udu - probabilmente nel tentativo di non demoralizzare i ricorrenti - nel proprio sito abbia titolato che il Tribunale "Vuole andare avanti fino in fondo" e abbia poi spiegato che il Collegio "ha deciso di saltare la fase cautelare del procedimento – non esprimendosi quindi sulla sospensiva – e di approfondire direttamente la vicenda nella fase di merito".

Queste affermazioni rischiano di essere fuorvianti. Suggeriscono che i giudici siano propensi ad accogliere le tesi dei ricorrenti, quando, semmai, è vero il contrario. Il fatto che i giudici non abbiano concesso la sospensiva equivale a un rifiuto (come definire, altrimenti, un mancato accoglimento?). E un rifiuto, a sua volta, è il sintomo che il tribunale non ha ritenute fondate le tesi dei ricorrenti (altrimenti avrebbe concesso la sospensiva). Ciò non depone a favore del ricorso. Nè si può affermare che il diniego avvicina la pronuncia di merito. La mancata concessione della sospensiva rende meno urgente l'emissione della sentenza.

Altra precisazione. NESSUNO - nè l'Udu, nè i media, nè noi - è in grado di rivelare i motivi di una qualsiasi decisione presa dal Tar prima che essa venga depositata. Infatti un conto è sapere l'esito di un provvedimento (può essere chiesto in via ufficiosa alla cancelleria) e altra cosa è conoscerne il contenuto. Perchè i giudici amministrativi sono tenuti al segreto sui loro provvedimenti non ancora depositati. E' una regola ferrea. Prima del deposito è impossibile conoscerne il contenuto e fare qualsiasi altra considerazione.

Quindi sono del tutto prive di fondamento le affermazioni, che si possono leggere sulla rete, in base alle quali il Tar avrebbe una certa propensione per l'annullamento del "numero chiuso". Si tratta solo di congetture fatte prendendo come base il comunicato dell'Udu e sommando i propri sogni e le leggende metropolitane che si diffondono incontrollate sulla rete...
Bisogna invece attendere con pazienza la pubblicazione di un provvedimento ufficiale oppure la fissazione dell'udienza di merito. Fino ad allora bisogna stare coi piedi per terra ed evitare entusiasmi ingiustificati.


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(aggiornamento del 17 gennaio 2007)
Non era mia intenzione criticare l'operato dell'associazione nè dei legali che stanno curando il ricorso. Ci dispiace che alcuni abbiano frainteso il senso del post. Semplicemente crediamo che in questa fase sia necessario "andare coi piedi di piombo" per evitare di suscitare facili entusiasmi negli studenti che - essendo digiuni di diritto amministrativo - potrebbero fraintendere le informazioni.
Ci auguriamo che il nostro pessimismo in merito all'esito dei ricorsi sia smentito al più presto con delle sentenze di accoglimento! Un tale evento avrebbe effetti benefici non solo sui ricorrenti e sugli esclusi ma anche sull'intero sistema universitario.


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(aggiornamento del 18 giugno 2008)
Il ricorso è stato accolto! Per ulteriori info clicca quì

sabato 5 gennaio 2008

L'Italia alla Sarkozy

Così come nel ’95 quando dal vecchio Msi venne alla luce Alleanza Nazionale, vicissitudine nota alla storia come “svolta di Fiuggi”, a breve dall’8 al 10 febbraio G. Fini ha indetto una conferenza programmatica in cui probabilmente An cambierà pelle e forse nome e simbolo. Il nuovo nome “Partito per gli Italiani” potrebbe essere il preludio dell’evoluzione che sta investendo la destra italiana. Fini sta incarnando quanto il volgo destroso spera si realizzi in Italia, e finalmente ha realizzato una serie di punti che verranno sviluppati nei prossimi giorni in cui si mette in risalto la vita, la dignità della persona, la famiglia, i giovani, la sicurezza, l’Europa dei popoli, il sociale, il martoriato Sud, il patrimonio culturale, il presidenzialismo ed il federalismo; Sarkozy docet. A quarant’anni dalla buffonata sessantottina l’Italia risente ancora degli effetti negativi di quell’epoca in cui sono stati soppressi primordiali valori quali l’identità della Nazione, il merito, la legalità, la famiglia. Nei suoi punti Fini elabora il pensiero, credo, di tutti gli italiani con un po’ di materia grigia in testa come il valutare la proposta dell’inquilino dell’eliseo di introdurre la quattordicesima mensilità, oppure la possibilità di istituire degli esami obbligatori in lingua italiana per gli stranieri col fine ultimo del conseguimento della cittadinanza, in quanto l’Italia è di chi la ama; Sarkozy docet, in versione francese naturalmente.
Il testo di Fini continua chiudendo le porte della nuova An, in tema di valori, ad ogni concessione laicista, si dice no infatti all'identificazione legale delle coppie di fatto, no alle norme antiomofobia che siano lesive alla libertà di pensiero, all’eutanasia. Dice Sì invece al fisco a dimensione familiare al contenimento del caro vita, al diritto alla casa e all’estensione dei congedi parentali. Fini punta anche su di noi giovani, speranza italiana da non mettere in secondo piano, proponendo un osservatorio sui concorsi per perorare il merito. Sul tema sicurezza arrivano, ed era ora, le misure draconiane contro qualsivoglia criminale. Il partito propone un referendum per revocare gli sconti di pena previsti dalla legge Zozzini, con una moltitudine di processi per direttissima dando da lavorare ai magistrati oziosi, tolleranza zero per chi sporca, danneggia, assume atteggiamenti di prepotenza.
Inoltre si vogliono gonfiare le tasche delle forze dell’ordine e ripristinare con più severità la legge Bossi-Fini sull’immigrazione. Il documento comunica anche una petizione al Parlamento europeo in cui si attacca la Cina che continua a violare le regole di mercato. In campo economico Fini ribattezza la diminuzione dei gravami fiscali, con l’abolizione dell’Irap e forme di tassazione non vessatorie per le piccole imprese. Si fornisce una ricetta per una forte onnipresenza statale nel meridione ed un richiamo al nucleare come fonte energetica piuttosto che servirci di altri paesi
produttori. Infine si danno rilievo a riforme come il presidenzialismo realizzandolo con lo strumento dell’Assemblea Costituente e alla concessione dello Statuto speciale alle regioni che lo richiedano.
Insomma che grande Italia che si verrebbe a realizzare con 5 anni di questa politica repressiva, democratica, liberale ma anche pura e libera da ogni degrado morale, da ogni clientelismo, perbenismo e da ogni falso moralismo, una politica in cui etica e socialità andrebbero in perfetta coesistenza.

giovedì 3 gennaio 2008

Arrivano i saldi, ma non sui diritti.

La corsa alle opportunità di risparmio e l’euforia dello shopping possono riservare brutte sorprese, specialmente se non si conoscono i propri diritti e si sottovaluta il rapporto qualità prezzo.

Il comitato civico Costruiamo il domani ricorda a tutti i consumatori che le regole di svolgimento degli acquisti in saldo sono dettate dall’art. 15 del Dlgs. 114/98 e dal Codice del Consumo, entrato in vigore nell’ottobre del 2005.

Per effettuare gli acquisti con serenità, il Comitato consiglia di:

  • accertarsi con il negoziante del prezzo effettivo del prodotto - per legge i prodotti in saldo devono essere ben separati da quelli non scontati ed il venditore non può applicare un prezzo diverso da quello esposto;

  • diffidare dei negozi che espongono cartelli con i nuovi prezzi senza indicare il prezzo di partenza e la percentuale di sconto - la legge prevede che lo sconto sia espresso in percentuale e che venga indicato sul cartellino anche il prezzo non scontato;

  • controllare accuratamente la merce in saldo e conservare sempre lo scontrino - se la merce dovesse risultare difettosa, il cliente avrà il diritto di chiedere la sostituzione o, se non fosse possibile, la restituzione dell’importo pagato o un’ulteriore riduzione del prezzo;

  • evitare l’acquisto di capi d’abbigliamento privi dell’etichetta di composizione, lavaggio e stiratura, per evitare danneggiamenti durante la pulizia;

  • non dimenticare che il commerciante è obbligato ad accettare il pagamento tramite carta di credito, se convenzionato;

  • tenere presente che il diritto di recesso non ha nulla a che vedere con gli acquisti conclusi all'interno di un esercizio commerciale perchè riguarda le vendite a domicilio, per corrispondenza, a distanza, ecc.

  • segnalare eventuali irregolarità alla Polizia Municipale.

I saldi rientrano nelle cosiddette vendite straordinarie, disciplinate dall'art. 15 del decreto legislativo n°114 del 1998, in base al quale:

1. Per vendite straordinarie si intendono le vendite di liquidazione, le vendite di fine stagione e le vendite promozionali nelle quali l'esercente dettagliante offre condizioni favorevoli, reali ed effettive, di acquisto dei propri prodotti.
2. Le vendite di liquidazione sono effettuate dall'esercente dettagliante al fine di esitare in breve tempo tutte le proprie merci, a seguito di: cessazione dell'attivita' commerciale, cessione dell'azienda, trasferimento dell'azienda in altro locale, trasformazione o rinnovo dei locali e possono essere effettuate in qualunque momento dell'anno, previa comunicazione al comune dei dati e degli elementi comprovanti tali fatti.
3. Le vendite di fine stagione riguardano i prodotti, di carattere stagionale o di moda, suscettibili di notevole deprezzamento se non vengono venduti entro un certo periodo di tempo.
4. Le vendite promozionali sono effettuate dall'esercente dettagliante per tutti o una parte dei prodotti merceologici e per periodi di tempo limitato.
5. Nelle vendite disciplinate dal presente articolo lo sconto o il ribasso effettuato deve essere espresso in percentuale sul prezzo normale di vendita che deve essere comunque esposto.
6. Le regioni, sentite i rappresentanti degli enti locali, le organizzazioni dei consumatori e delle imprese del commercio, disciplinano le modalita' di svolgimento, la pubblicita' anche ai fini di una corretta informazione del consumatore, i periodi e la durata delle vendite di liquidazione e delle vendite di fine stagione.
7. Per vendita sottocosto si intende la vendita al pubblico di uno o piu' prodotti effettuata ad un prezzo inferiore a quello risultante dalle fatture di acquisto maggiorato dell'imposta sul valore aggiunto e di ogni altra imposta o tassa connessa alla natura del prodotto e diminuito degli eventuali sconti o contribuzioni riconducibili al prodotto medesimo purche' documentati.