sabato 19 dicembre 2009

Ricorsi al Cds e alla Corte europea

Desideriamo fare il punto della situzione sui ricorsi presentati dal comitato in queste ultime settimane, anche al fine di garantire la massima trasparenza con i ricorrenti.


Corte europea dei diritti dell'uomo
Il ricorso alla Corte europea è stato già ultimato. Abbiamo ricevute numerose adesioni quindi, per motivi organizzativi, abbiamo preparata tre diversi ricorsi. Il primo, relativo a un aspirante odontoiatra siciliano, è stato già inviato alla Corte e iscritto a ruolo (trovate la lettera dela Corte, in francese, nel blog). Il secondo, sempre relativo a odontoiatria, è stato spedito a fine novembre ma non abbiamo ancora ricevuto la risposta (è questione di giorni). Il terzo, relativo medicina e odontoiatria, è pronto ma non è stato ancora spedito: prima di spedirlo vogliamo aspettare la lettera della corte relativa al secondo ricorso (contiamo di riceverla presto... questione di giorni). Tenete presente, comunque, che questo genere di ricorsi vanno spediti entro 6 mesi dal momento in cui si è verificata la violazione (nel nostro caso entro 6 mesi dallo svolgimento dei test). Quindi il terzo ricorso sarà spedito, in ogni caso, entro febbraio. Non appena avremo la documentazione dei due ricorsi avviseremo, tramite blog ed emal, i partecipanti. Ovviamente, per motivi di privacy, nel sito non pubblicheremo i nomi dei ricorrenti.

Consiglio di Stato
Abbiamo preparato i primi tre ricorsi straordinari al presidente della Repubblica (ricorsi che, come noto, vengono decisi dal Consiglio di Stato). Li notificheremo lunedì, martedì e mercoledì. Dopo la notifica, da effettuare mediante ufficiale giudiziario, ritireremo l'originale del ricorso e lo spediremo al Miur, con raccomandata A/R, e a quel punto attenderemo l'esito della sospensiva. Per conoscere l'esito della sospensiva, considerati i tempi tecnici, potrebbero volerci anche 2-3 mesi.

giovedì 17 dicembre 2009

Numero chiuso, oggi il Tar catania si riunisce

Oggi il Tar Catania si riunisce per decidere se confermare i provvedimenti che ha concesso agli studenti di medicina e odontoiatria. In linea teorica i decreti dovrebbero essere confermati, visto che il presidente del Tar, Vincenzo Zingales, si è già pronunciato sulla loro fondatezza. L'udienza di oggi dovrebbe essere quindi solo una formalità. Ma ovviamente potrebbero anche esserci sorprese, visto che il Collegio che deciderà sulla richiesta è composto da tre magistrati (Zingales e altri due componenti).

Il collegio potrebbe emettere una sospensiva, una sentenze, oppure decidere il rinvio. I provvedimenti saranno resi noti nei prossimi giorni e certamente finiranno in rete. Tenete presente, comunque, che anche in caso di sentenza si potrebbe andare in appello al Cga (che per noi siciliani è l'equivalente del Consiglio di Stato). I provvedimenti del Tar catanese sono molto importanti perchè certamente innescheranno un dibattito.

Ci auguriamo che il parlamento, prima o poi, si decida a cambiare la legge sul "numero chiuso". "In bocca al lupo" ai ricorrenti e ai loro avvocati.

giovedì 3 dicembre 2009

"Numero chiuso" 2009, ricorso per Medicina e Odontoiatria

Il Tar Catania, nei giorni scorsi, ha ordinato l'iscrizione di decine di studenti bocciati ai test di medicina e odontoiatria. Molti ci hanno chiesto se c'è tempo per fare ricorso al Tar.

Dunque... ormai è tardi per ricorrere al Tar, ma stiamo organizzando un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica in cui sottoporremo ai giudici del Consiglio di Stato le stesse richieste sottoposte al Tar (iscrizione in sovrannumero), nella speranza che l'esito sia identico.

Desidero precisare, a scanso di equivoci, che il nostro ricorso non viene proposto sugli esiti cautelari del Tar, ma su considerazioni autonome che abbiamo sviluppato negli ultimi due anni e che sono sfociati nella denuncia all'antitrust e in altre iniziative di cui attendiamo l'esito. Abbiamo deciso di presentare adesso il ricorso, e non prima, perchè riteniamo che il clamore suscitato dai provvedimenti del Tar, che comunque sono ancora provvisori, potrebbe favorire un ripensamento del Consiglio di Stato sul problema del numero chiuso.

Miriamo ad ottenere una sospensiva in tempi brevi: entro due-tre mesi dalla presentazione del ricorso. Ottenere la sospensiva significherebbe potersi iscrivere, studiare e sostenere gli esami. Chiaramente alla fine, come sempre, l'ultima parola spetterà ai giudici e nessuno ha la certezza che confermeranno l'orientamento espresso dal Tar Catania.

Ma il gioco, in questo caso, vale la candela.

Cosa è il ricorso straordinario?
Il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica è un rimedio simile al ricorso al Tar, perchè si conclude con una sentenza del Consiglio di Stato, ma può essere presentato anche senza l'ausilio dell'avvocato. Inoltre, in caso di sconfitta, non si pagano le spese di giudizio (mentre al Tar il rischio di perdere e di dover pagare la controparte è sempre presente). Rimandiamo a wikipedia per altre informazioni.

Il nostro metodo di lavoro
Vorrei precisare che, a differenza di altre associazioni presenti in rete, noi realizziamo i nostri ricorsi attraverso un team interno di volontari, laureati o laureandi in Giurisprudenza e Scienze politiche. Non ci rivolgiamo ad avvocati per preparare i nostri ricorsi.

Nonostante ciò abbiamo sviluppato una notevole esperienza in materia amministrativa. Siamo stati i primi a ottenere, ad esempio, un provvedimento dello Stato in cui si sostiene che il meccanismo del "numero chiuso" è sbagliato alla radice (mi riferisco al parere dell'antitrust). A differenza di altri, infatti, abbiamo sempre sostenuto che la logica del numero chiuso è contraria ai principi del nostro ordinamento.

Useremo le stesse argomentazioni che abbiamo proposto all'Antitrust per chiedere al Consiglio di Stato di accettare la vostra iscrizione in sovrannumero. Ci sono tutti i presupposti per ottenere un provvedimento favorevole.

Perchè quest'iniziativa?
Perchè in tempo di crisi non tutti possono permettersi l'onorario di un amministrativista. Vogliamo dare la possibilità ai cittadini di presentare un ricorso senza doversi svenare.


Modalità di partecipazione
I termini per partecipare al ricorso sono scaduti il 15 dicembre 2009.

Per ulteriori informazioni,

Giuseppe Lipari
giuseppe.lipari@hotmail.it
327-5394677


* * *
Esempio di istanza per l'accesso ai documenti (da spedire via fax all'Università)



Alla segreteria degli studenti dell'Università di _____________________

Fax n. ________________

Oggetto: accesso ai documenti amministrativi (art. 25 l. 241/1990)

Il sottoscritto, _________________, nato ______________ il ____________________ e residente a ____________________ in via _______________________ n. _______, in qualità di non ammesso ai test di ___________________________ svoltisi a settembre presso l'Università di _________________, chiede di ricevere copia della seguente documentazione:

1.Nome e cognome, luogo e data di nascita e indirizzo di residenza di uno studente immatricolato al corso di laurea suddetto a seguito dei test di settembre.

2. Graduatorie (o altro documento) che dimostrino che lo scrivente ha partecipato ai test del corso de quo, senza collocarsi in posizione utile.

I documenti dovranno essere forniti in copia semplice.

I dati sono necessari per la presentazione di un ricorso contro la mancata immatricolazione. Si chiede che i documenti siano trasmessi via fax al numero _____________ oppure via email all'indirizzo _____________________.

Si rammenta, a tale proposito, che secondo l'art. 43 del dpr 445 del 2000 “I documenti trasmessi da chiunque ad una pubblica amministrazione tramite fax, o con altro mezzo telematico o informatico idoneo ad accertarne la fonte di provenienza, soddisfano il requisito della forma scritta e la loro trasmissione non deve essere seguita da quella del documento originale” e che, inoltre, ai sensi dell'art. 6, comma 2, l. 412 del 1991 “salvo che per gli atti aventi valore normativo, le comunicazioni tra Amministrazioni Pubbliche, Enti Pubblici, Regioni ed Enti Locali, che avvengono via telefax sono valide ai fini del procedimento amministrativo una volta che ne sia verificata la provenienza ” e che, pertanto, l'Amministrazione non è tenuta a spedire l'originale del documento (la ricevuta di trasmissione del fax è una prova sufficiente a dimostrarne la ricezione).

Si confida nella tempestiva risposta dell'Ufficio, visto i termini perentori per la presentazione del ricorso, e si dichiara disponibile a pagare le eventuali spese e diritti.

Cordialmente,
(Nome e cognome)
__________________

[allegare documento di riconoscimento]

"Numero chiuso" a odontoiatria, la risposta della Corte europea






Vi allego, come promesso, la lettera di ricezione del primo ricorso che abbiamo presentato alla Corte europea contro il "numero chiuso" (il secondo ricorso è stato già spedito ma non abbiamo ancora ricevuto la lettera di ricezione, mentre il terzo lo spediremo tra qualche giorno).

Come anticipato, la Corte non ha dato sospensiva, ritenendo la questione non urgente rispetto ad altre questioni più gravi. Seguiremo la vicenda con attenzione e vi informeremo.

Per motivi di privacy ho oscurato i dati anagrafici del ricorrente.

A presto.

martedì 1 dicembre 2009

Tar Catania accoglie ricorsi grazie alla nostra denuncia


Il Tar Catania, grazie a una nostra denuncia presentata all'Antitrust, ha iscritto con riserva decine di aspiranti medici rimasti fuori dai test di settembre.

La vicenda dell'antitrsut la trovate a questo link.

Siamo veramente soddisfatti per questo provvedimento: è una conferma che avevamo ragione a criticare il sistema. La nostra battaglia continua.

Per un approfondimento sui provvedimenti del Tar vi segnalo, tra i tanti, questo sito:
http://www.tempostretto.it/8/index.php?location=articolo&id_articolo=22806

venerdì 20 novembre 2009

Palermo, reintrodotto l'aumento Tarsu 2006, consumatori scrivono al comune

Lo Sportello del cittadino onlus, associazione non governativa che opera nelle difesa dei diritti civili, ha scritto ai dirigenti del Comune di Palermo responsabili del servizio Tarsu chiedendo di annullare il provvedimento che ha reintrodotto l'aumento del tributo.

La vicenda è nota: il Tar Sicilia, con la sentenza n. 1550/2009, ha annullato l'aumento della Tarsu stabilito dal Comune di Palermo per il 2006. In seguito a questa sentenza, tuttavia, il Comune ha emanato una nuova deliberazione che, accogliendo solo in parte le critiche mosse dai giudici, ha reintrodotto le tariffe.

"Siamo perplessi - spiegano i membri dell'associazione - perchè abbiamo letto la deliberazione e crediamo che il provvedimento sia illegittimo per contrasto con due norme fondamentali del nostro ordinamento: l'art. 3 della legge 212 del 2000 (statuto del contribuente) e l'art. 21septies della legge 241 del 1990".

L'associazione spiega che la prima norma sancisce la "irretroattività" delle norme tributarie, mentre la seconda stabilisce la "nullità" di provvedimenti adottati in elusione del giudicato (cioè provvedimenti adottati per eludere le decisioni della magistratura).

L'associazione ha suggerito al Comune di chiedere a un amministrativista un "parere pro-veritate" sulla possibilità di introdurre retroattivamente un provvedimento tributario annullato dal giudice.

giovedì 12 novembre 2009

Numero chiuso, la Corte europea nega le misure cautelari

La Corte europea dei diritti dell'Uomo, seconda sezione, ha respinto la richiesta di misure cautelari che avevamo chiesto per un ricorrente sicliano, G. R., rimasto fuori dai test di odontoiatria svoltisi a Messina nel settembre 2009.

Le misure cautelari, chiamate "interim measures", vengono concesse dalla Corte molto raramente.

La Corte, nella sua lettera, ha ammesso che senza dubbio il ricorso solleva una serie di questioni importanti, ma ha anche precisato che il diritto all'istruzione rientra nel "dominio riservato di uno stato" (ossia è di competenza esclusiva di uno Stato) e che, quindi, le interim measures possono essere indicate solo se il danno del ricorrente è imminente.

Cosa, che, nel nostro caso, è stata negata. Ci aspettiamo, a questo punto, che la Corte si pronunci al più presto possibile nel merito.

----

(Aggiornamento 16 novembre).

Abbiamo spedito il secondo dei tre ricorsi contro il "numero chiuso". Anche stavolta ci siamo occupati di Odontoiatria, ma questa volta lo abbiamo fatto con un ricorso collettivo firmato da 6 ricorrenti (L.A., M.B., M.C., M.F., P. L., C. M.), di professione odontotecnici o igienisti dentali, alcuni dei quali avevano un curriculum veramente notevole.

Stavolta non abbiamo chiesto "interim measures", visto che la Corte non le avrebbe concesse, ma di dare alla vicenda un binario privilegiato in relazione all'elevato numero di studenti che ogni anno tentano i test. Entro fine mese spediremo il terzo ricorso, relativo a odontoiatria e medicina. E poi aspetteremo. Sperando che la nostra attesa non sia eccessivamente lunga.

lunedì 2 novembre 2009

Numero chiuso, spedito il primo ricorso alla Corte europea


A inizio settembre avevamo lanciato una campagna per abolire il "numero chiuso". In tutti questi giorni abbiamo aspettato che i ricorrenti inviassero la documentazione richiesta e oggi, finalmente, abbiamo spedito il primo dei tre ricorsi.

Il primo ricorso riguarda un siciliano, G. R., che ha tentato di entrare a odontoiatria per tre volte. Abbiamo deciso di dare priorità a questo ricorso per le peculiarità del caso, che non sto qui a elencarvi, che ci hanno indotto anche a chiedere una misura cautelare (interim mesure), cioè un provvedimento provvisorio che consenta l'iscrizione del ricorrente a Odontoiatria, in attesa che la Corte si pronunci sul caso. Speriamo che la richiesta venga accolta, ma sappiamo bene che la Corte, similmente ai tribunali nazionali, concede raramente questo tipo di misure. In ogni caso, l'eventuale diniego di interim measure non implica un giudizio negativo sul ricorso.

Entro fine mese, infine, presenteremo altri due ricorsi, collettivi, riguardanti i restanti ricorrenti di Odontoiatria e di Medicina che hanno aderito alla nostra iniziativa.

mercoledì 14 ottobre 2009

Il "numero chiuso" visto dal mercato non funziona


Il numero chiuso è uno strumento appropriato, per selezionare gli studenti universitari? I test d'ammissione nella scorse settimane hanno tolto il sonno a buona parte della gioventù italiana. Si tratta di esami in parte basati su domande di "cultura generale" (merce sempre più rara in giro, ma non è tutta colpa dei ragazzi), in parte sul tentativo di verificare le attitudini dei futuri universitari, in parte sulla necessità di esaminare quanto effettivamente si possiedono conoscenze specifiche che si sarebbero dovute apprendere al liceo. In realtà, i test servono per trebbiare la massa di giovinotti che tentano l'ingresso in una facoltà, con il duplice obiettivo di rendere meno difficoltoso il processo di apprendimento (cui non giovano i grandi numeri) e di "garantire" in qualche maniera l'accesso alla professione, una volta conclusi gli anni di studio.

Scrivendo sul Corriere della sera (23 settembre, pagine di Milano), Gabriele Pelissero, professore all'Università di Pavia, ha posto l'attenzione su due evidenti difetti dei "test". Il primo ha a che fare proprio con quest'ultimo obiettivo "protezionistico": la promessa del "diritto al lavoro", che si concreta nella restrizione della possibilità di accesso a un mestiere. Pelissero, che è medico, ricorda giustamente come «fin dal Medioevo, le professioni erano chiuse in loro stesse, i pochi ammessi perlopiù ereditavano l'opportunità da un parente, e questo serviva a mantenere i privilegi di ogni corporazione a danno della comunità e con grande frustrazione di giovani talenti». Se volete, è la trama dei "Meistersinger": la tradizione è importante, e in certa misura ha bisogno di luoghi nei quali sia tramandata. Ma l'ottusità delle corporazioni sta nella chiusura preconcetta a ogni deviazione dalla strada segnata, a ogni innovazione. È probabile che le corporazioni effettivamente ottuse si rivelino, dal momento che la loro ragion d'essere sta proprio nel "group thinking" dei loro membri, in una identità condivisa preservata contro tutto e contro tutti.
Oggi le cose sono un po' diverse. Il numero chiuso non è che la prima barriera da scavalcare, per entrare nel club. Eppure, esso sottende già una promessa: che ci sarà un "lavoro", e quindi una remunerazione, e quindi un "posto" da qualche parte.

Ovviamente, non è assurdo pensare che ci si laurei per ottenere una conoscenza "spendibile" nella società. Tuttavia, in Paesi più meritocratici, la natura d'investimento su sé stessi dell'educazione universitaria è esplicitata in qualcosa di molto diverso e più concreto: tasse universitarie elevate. È normale, per esempio negli Stati Uniti, che ci si indebiti per perseguire un diploma in un ateneo prestigioso, perché si sa che quel diploma può aiutare a raggiungere livelli reddituali più elevati. In Italia, bisognerebbe senz'altro abolire il valore legale del titolo di studio: riforma con cui la quasi totalità degli esponenti politici si dichiara d'accordo, ma che non arriva mai a compimento. E aumentare le tasse universitarie sarebbe comunque auspicabile. Perché uno dei problemi delle nostre università è che vedono le famiglie "parcheggiare" dei ragazzi che, del tutto legittimamente, a vent'anni non hanno ancora le idee ben chiare sul loro futuro. Se i parcheggi in città costano di più, uno comincia a chiedersi se valga la pena prendere la macchina. La pretesa virtù del nostro sistema sta nel suo essere accessibile a tutti, indipendentemente dalle famiglie di provenienza.
Ci sono altri modi, però, per aiutare chi viene da una famiglia numerosa, facendo "costare" l'università così che ci vada chi effettivamente ritiene che l'istruzione valga un prezzo superiore a quello delle giornate altrimenti passate a bighellonare.

Pelissero però richiama la nostra attenzione anche su un altro fatto, non di poco conto. Il numero chiuso a medicina, scrive, esiste per via di un presunto «eccesso di medici». Si chiude la professione perché a nessuno manchi il pane. Peccato che «l'eccesso di medici è stato un problema degli scorsi decenni. L'impressione che circola in tanti ospedali è che i medici oggi manchino. Mancano specialisti anestesisti, radiologi, cardiologi, pediatri. Stanno per mancare i chirurghi, gli internisti di una volta sono quasi scomparsi e non è affatto infrequente che bandi di concorso vadano deserti».

Qui sta il vero problema dell'uso del numero chiuso come rubinetto per selezionare. I generali combattono sempre le battaglie di ieri: è difficilissimo che gli accessi "accettati" siano poi "quelli giusti".
Un saggio pianificatore non può sapere oggi quanti medici serviranno domani. Può fare ipotesi che derivano da quanti medici sono serviti ieri. Ma perché si incontrino davvero domanda e offerta, non serve una corporazione ma un mercato - in cui ci sia libertà di entrata.

Questa libertà di entrata diventa un boomerang solamente se una società crede (è purtroppo il caso della nostra) che a un certo "impegno" (in termini di tempo e di anni di studio e di voti presi) debba necessariamente corrispondere un certo "risultato" (un posto di lavoro).
Non è così. Il mondo segue regole tutte sue, e la vita delle persone è imprevedibile. Nel nostro Paese, resta difficile accettare quell'incertezza che inevitabilmente pervade le nostre vite. Così, ci inventiamo strumenti come il numero chiuso, per ridurla. Peccato che poi i test d'ingresso si rivelino una gigantesca lotteria. Combattere l'incertezza con il caos, ecco il frutto maturo del dirigismo.

Articolo di Alberto Mingardi pubblicato
Da Il Riformista, il 4 ottobre 2009
http://www.brunoleoni.it/nextpage.aspx?codice=8319

lunedì 28 settembre 2009

La Sicilia non valorizza gli igienisti dentali

Nel 2008 il Ministero del lavoro e della salute ha pubblicato le “Linee guida per la promozione della salute orale e la prevenzione delle patologie orali”. Si tratta di un documento unico e primo nel suo genere da parte delle Istituzioni italiane, di grande rilievo e che conferma come ormai la salute orale sia riconosciuta importante non solo a fini funzionali (masticazione, deglutizione, eloquio), ma anche in ambito psico- sociale, giocando un ruolo cruciale nella vita relazionale dell’individuo. Inoltre rappresenta un opportunità di risparmio economico per la collettività.

Alla stesura delle Linee guida hanno partecipato esperti dell’Associazione Igienisti Dentali Italiani, del Centro di collaborazione OMS per l’epidemiologia orale e l’odontoiatria di comunità, della Federazione Italiana Medici Pediatri, del Ministero, del Movimento Italiano Genitori, della Società Italiana di Ginecologia ed Odontoiatria, della Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica, della Società Italiana di Neonatologia, della Società Italiana di Odontoiatria Infantile, della Società Italiana di Pediatria e dell’Università.

La prevenzione orale non si limita e non deve essere limitata alla sola “pulizia dei denti” ma al concetto ben più ampio di prevenzione, il Dottore in Igiene Dentale è presente in tutta Europa non solo in veste di clinico ma è inoltre inserito in programmi internazionali di prevenzione dell’intero organismo.

Nonostante tutto in Sicilia vi sono notevoli difficoltà per la professione e per suo ruolo.

dott. Salvatore Asaro (igienista dentale)

* * *

LA SICILIA HA PAURA DEGLI IGIENISTI DENTALI?

Nel 2002 fu istituito presso la facoltà di medicina e chirurgia di Palermo il corso di laurea in Igiene Dentale. Tale corso intendeva creare figure professionali dedite alla prevenzione e alla cura dell’igiene e della salute orale. Premetto che la prevenzione orale non si limita e non deve limitarsi alla sola “pulizia dei denti” ma al concetto ben più ampio di prevenzione delle malattie della bocca.

Nel 2005 sono stati proclamati i primi laureati che entrarono nel mondo del lavoro, pieni di prospettive per il futuro e fieri del titolo di Dottori in Igiene Dentale. Il Dottore in Igiene Dentale è presente in tutta Europa non solo in veste di clinico ma è inoltre inserito in programmi internazionali di prevenzione dell’intero organismo.

Nessuno di noi studenti si era accorto che la macchina distruttiva del sistema si era messa in moto: all'inizio l'università aveva previsto 15 posti, che negli anni sono scesi a 9 e infine a 5. Ma le nuove circolari ministeriali emanate nel 2009 hanno previsto l'abolizioni dei corsi di laurea con 5 iscritti e il risultato è stato la soppressione dei corsi di Palermo e di Catania. Dopo soli 7 anni di vita, circa 200 laureati e tanta fatica, a dispetto di chi ha creduto nella nostra professione e di chi lavora in questo settore, si è deciso che la Sicilia non ha bisogno di prevenzione orale.

Come mai questa decisione? La versione ufficiale è quella che vede pochi iscritti, ma le iscrizioni non vengono limitate dai posti messi a concorso? Qualcuno ha dichiarato che in Sicilia non vi è richiesta di igienisti, incitandoci a emigrare, come se la nostra regione non fosse altro che un’incubatrice di risorse umane che tale vuole restare.

Eppure tutti sappiamo quanto è importante la prevenzione, la Sicilia deve potenziare tale branca perchè è tra le regioni più a rischio per le patologie orali. Esistono diverse patologie che portano a complicanze orali, correlazioni che troppe volte s’ignorano o si sconoscono. Parlo per esempio del paziente oncologico, quello che oltre alle sofferenze della patologia primaria e delle terapie, si ritrova a non potersi nutrire per le lesioni alle mucose dovute a iposcialia; dei pazienti diabetici, condannati ad essere anche edentuli nonostante sia accertata e documentata la VI complicanza quale è la parodontite.

Il nostro corso ci ha insegnato a prevenire tutto questo, l’abbiamo appreso dalla fonte di scienza e conoscenza quale è l’università, fonte da cui non si può più attingere. Al danno la beffa e l’amarezza di chi in un primo momento ci ha spronati, ci ha proclamato Dottori con l’entusiasmo di chi battezza un bimbo, ma che adesso ci disconosce e minimizza la nostra professione.

La nostra Sanità cerca alternativa alla malattia, si riorganizza, potenzia l’efficacia e l’efficienza, ma chiude un corso di laurea che contribuirebbe a ridurre le malattie orali. Incongruenze che alimentano ancor più la nostra delusione di saper essere, ma non poter essere partecipi, e che pongono la nostra regione tra quelle sottoutilizzate e bisognosa di aiuto. Come sarà il nostro futuro?

Due possibili soluzioni che ci vedono, in modo ottimistico superstiti di una professione richiesta e necessaria, collocati nel privato e nel pubblico ma, la seconda possibilità è quella che ci vede impegnati a sfidare l’indifferenza, additati come ladri di professione, fino ad arrivare alla completa estinzione. Noi preferiremmo la prima soluzione perché la speranza di non aver buttato anni di sacrifici è difficile da sopprimere.

Documento firmato dalla dott.sa Rita Coniglio (igienista dentale e responsabile U.N.I.D. per la Sicilia occididentale) e condiviso dai dottori Maria Domenica Blando, Davide Nicola Anselmo e Marina Di Gregoli (igienisti dentali).

- - -

I problemi sollevati sono molto interessanti. "Costruiamo il domani" si augura che le università di Catania e di Palermo riaprano i corsi di laurea in "Igiene dentale" perchè la Sicilia ha bisogno di questi professionisti. Al tempo stesso bisognerebbe anche innalzare il numero dei posti per odontoiatria. Il Comitato ha lanciato una campagna su questo fronte, attraverso una serie di iniziative (denunce all'antitrust, ricorsi al Consiglio di Stato, ricorsi alla Cedu) che potete leggere nel nostro blog:


Ricorso alla Cedu contro il "numero chiuso"

ricorso al Consiglio di Stato

Segnalazione dell'Antitrust sugli effetti anticoncorrenziali del "numero chiuso" nei corsi di Odontoiatria)

Giuseppe Lipari

mercoledì 2 settembre 2009

Numero chiuso, ricorso alla Corte europea per abolirlo



Un ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo per abolire il "numero chiuso" a Medicina, Professioni sanitarie, Odontoiatria, Medicina veterinaria, Architettura e Scienze della formazioni primaria

(messaggio modificato il 15 settembre 2009 con l'estensione del ricorso a tutti i corsi di laurea a "numero chiuso")



Cari amici,
se non avete superato i test di ammissione nei corsi a "numero chiuso" (Medicina, Professioni sanitarie, Odontoiatria, Medicina veterinaria, Architettura e Scienze della formazioni primaria) che si sono svolti nel 2009 avete la possibilità, grazie a Costruiamo il domani, di ricorrere alla Corte europea dei diritti dell'uomo per chiedere l'abolizione del numero chiuso e l'iscrizione ai corsi di laurea. In questo breve articolo spiegheremo come aderire.

Le iscrizioni scadono il 30 settembre 2009.

- - -

L'INIZIATIVA

La Corte europea dei diritti dell'Uomo è un tribunale internazionale sui diritti umani fondato nel 1959 a Strasburgo (Francia). La Corte è composta da giudici molto competenti che in passato hanno condannato duramente l'Italia su una serie di vicende (la demolizione di "Punta Perotti", il sovraffollamento dei penitenziari e gli scontri del G8 di Genova).

Costruiamo il domani chiederà alla Corte europea di condannare il nostro Paese per avere introdotto la legge sul "numero chiuso". Se il nostro ricorso venisse accolto lo Stato sarebbe costretto ad abolire il “numero chiuso” e a risarcire i ricorrenti. Riteniamo che tutti i cittadini italiani abbiano il diritto di frequentare l'università. Lo dice la Convenzione europea dei diritti dell'uomo: “Il diritto all'istruzione non può essere rifiutato a nessuno” (art. 2 del protocollo n. 1).

MOTIVAZIONI DEL RICORSO

Siamo convinti che il “numero chiuso” attuato in Italia dalla legge n. 264/1999 sia solo un pretesto per creare una barriera d'ingresso al mercato del lavoro. Limitando il numero di iscritti si limita, indirettamente, anche il numero di futuri professionisti. Tutto ciò avvantaggia chi già esercita quella professione ma danneggia la società nel suo complesso perchè limita la concorrenza.

L'Antitrust – in seguito a una nostra denuncia – ha accolto le nostre preoccupazioni affermando che la legge italiana sul "numero chiuso" restringe ingiustificatamente il mercato dei servizi sanitari e chiedendo al Governo di modificarla (clicca per leggere il provvedimento). Il Governo, inspiegabilmente, si è rifiutato ed, anzi, ha persino diminuito i posti per odontoiatria. Sappiamo che la Costituzione italiana e il diritto comunitario sono contrari alle restrizioni del mercato. Quindi la legge italiana sul "numero chiuso" è illegittima perchè determina una ingiustificata restrizione del mercato e pertanto deve essere abrogata.

Nel nostro ricorso utilizzeremo le stesse argomentazioni presentate all'Antitrust e altre riflessioni che abbiamo illustrato nella sezione "numero chiuso" del blog. Siamo certi che i giudici di Strasburgo valuteranno il caso con estrema attenzione.

Ognuno di noi ha il dovere di fare sentire la propria voce per abolire il "numero chiuso" e per spezzare il business dei corsi di preparazione che ruotano intorno ai test di ammissione. Questi quiz sono ridicoli: bisogna assolutamente abolirli. Se saremo in tanti a fare ricorso la vicenda sarà esaminata prima.

La vittoria è a portata di mano. Grazie all'Antitrust abbiamo vinto la prima battaglia ma con un ricorso alla Corte europea posiamo vincere l'intera guerra. Adesso tocca a voi decidere se quest'iniziativa merita la vostra adesione.


MODALITA' DI PARTECIPAZIONE.

Per aderire al ricorso bisogna aver partecipato ai test del 2009 per i seguenti corsi di laurea: Medicina, Professioni sanitarie, Odontoiatria, Medicina veterinaria, Architettura e Scienze della formazioni primaria. Il fatto di avere presentato, quest'anno o in passato, ricorso al Tar o al Consiglio di Stato non impedisce di aderire alla nostra iniziativa (in ogni caso suggeriamo, a chi è rimasto fuori di pochi posti, di rivolgersi a un avvocato per presentare anche un ricorso individuale, al Tar della propria regione, con cui ottenere la rettifica del proprio punteggio, visto che spesso le domande dei test di ammissione spesso sono errate e visto che in passato i giudici hanno acclto molti ricorso di questo tipo). Le adesioni scadono il 30 settembre.

Per partecipare è necessario inviare un'email al seguente indirizzo:
movimentocid(AT)hotmail.it (AT) = @

L'email dovrà contenere: nome e cognome, indirizzo, corso di laurea, ateneo, posizio ne in graduatoria e numero di tentativi effettuati. Il 1 ottobre sarete ricontattati dal nostro staff con le istruzioni. Il costo del ricorso è di circa 20 euro (ma la cifra potrebbe aumentare o diminuire a secondo il numero di partecipanti). La quota di partecipazione serve a pagare le "spese vive" del ricorso (traduzioni, spedizione, fotocopie, fax e telefonate). I partecipanti riceveranno una ricevuta del ricorso e saranno puntualmente informati, via blog e via email, sugli sviluppi della vicenda.

CHI SIAMO

Costruiamo il domani è un comitato civico che ha sede a Palermo ed è composto da laureati e studenti universitari che operano nel settore dei diritti civili. La maggior parte dei membri proviene da Scienze politiche e da Giurisprudenza. Costruiamo il domani ha già presentato ricorsi alla Corte europea dei diritti dell'uomo e al Consiglio di Stato per conto dei cittadini. Costruiamo il domani non ha fini di lucro e non riceve finanziamenti pubblici.

Comitato Costruiamo il domani - movimento per la difesa dei diriti civili
c/o dr. Giuseppe Lipari
viale Europa n. 319
90036 Misilmeri (Pa)
Fax 091 6195434

venerdì 17 luglio 2009

Social lending, Banca d'Italia blocca Zopa


Banca d'Italia e Ministero del'Economia sono scesi in campo contro il prestito sociale inaugurato da Zopa.

Zopa (www.zopa.it) è una società che permette di prestare e ricevere denaro su internet a tassi di interesse molta vantaggiosi grazia all'assenza di intermediazione bancaria. Zopa non è una banca ma una piattaforma web che facilita l'incontro tra domanda e offerta.

Un vero e proprio "peer to peer" dei prestiti. Sono gli utenti che scelgono a chi prestare il denaro e a che tasso. Un rivoluzione benefica che ha consentito a tanti navigatori di scavalcare l'intermediazione bancaria.

Ma da alcuni gorni il servizio è stato sospeso a causa di un decreto emanato dal Ministero dell'Economia (su segnalazione della Banca d'Italia) che ha cancellato la società dall'elenco degli intermediari finanziari. Ho letto il provvedimento e francamente mi sembra solo un pretesto per mettere fuori gioco un operatore che stava iniziando a infastidire le banche. La concorrenza di Zopa forse faceva paura a qualcuno.

Costruiamo il domani si augura che il provvedimento venga revocato. Altrimenti la soluzione per rimediare a questa ingiustizia è una sola: il ricorso alla magistratura amministrativa.

In bocca al lupo, Zopa!

http://blog.zopa.it/2009/07/15/il-decreto-di-cancellazione/

mercoledì 8 luglio 2009

Abolizione numero chiuso, oggi il Consiglio di Stato si pronuncia su odontoiatria


Oggi il Consiglio di Stato, sezione II, ha discusso il ricorso in cui chiedevamo l'abolizione del "numero chiuso" a odontoiatria.

Il caso nasce dopo che uno studente palermitano, S.A., si è rivolto al nostro comitato chiedendo di ricorrere contro la sua ennesima esclusione. Nel ricorso abbiamo evidenziato gli effetti anticoncorrenziali del "numero chiuso" e la sua pretesuosità chiedendone la "disapplicazione" (rimedio usato quando una legge è contraria al diritto comunitario) oppure il rinvio alla Corte di Giustizia dell'Ue.

In passato i giudici hanno respinto ricorsi simili al nostro ma ultimamente la giurisprudenza è più critica nei confronti di qusto sistema di selezione. Il contingentamento dei posti, in Italia, avviene sulla base del criterio dell'offerta formativa e del fabbisogno di professionisti. I dubbi più forti derivano proprio da questo secondo criterio.

Il Tar Lazio, ad esempio, in alcune recentissime sentenza ga affermato che il contingentamento dei posti dovrebbe basarsi esclusivamente sul potenziale formativo delle università. Sulla stessa scia anche l'Antitrust (a tal proposito basta vedere la segnalazione emessa il 21 aprile 2009 in seguito alla nostra denuncia). Secondo l'Authority il legislatore non ha il diritto di limitare l'accesso per motivazioni occupazionali in quanto, così facendo, determina un'ingiustificato restringimento dell'offerta.

Ci auguriamo che anche il Consiglio di Stato, organo supremo della giustizia amministrativa, voglia abbracciare questo orientamento e abolire la legge sul "numero chiuso" in quanto contraria al diritto comunitario.

Per l'esito del ricorso bisognerà aspettare almeno tre mesi, salvo eventuali rinvii. I giudici, infatti, potrebbero decidere di fissare una nuova adunanza per consentire all'Università di Palermo e al Ministero di replicare alle tesi dei ricorrenti. Il rinvio sarebbe invece automatico in caso di invio alla Corte di Giustizia.

* * *

Aggiornamento: il Consiglio di Stato ha rinviato il ricorso a gennaio. Nella stessa occasione sarà esaminato anche un altro ricorso che "Costruiamo il domani" ha presentato per conto di una studentessa di Medicina, C.B., esclusa dalla Sapienza di Roma.

lunedì 6 luglio 2009

Numero chiuso a Medicina, una raccolta fondi per abolirlo

Abbiamo bisogno di risorse. Il Comitato "Costruiamo il domani" e l'associazione "Lo sportello del cittadino" onlus chiedono una Vostra donazione per combattere il "numero chiuso" alle facoltà di Medicina e Odontoiatria. Non riceviamo finanziamenti governativi. Ci autofinanziamo. Abbiamo bisogno del Vostro aiuto.

Per donare basta cliccare sul pulsante sottostante. Verrete reindirizzati a paypal (www.paypal.it) Abbiamo scelto questo servizio, il più diffuso su ebay, perchè è gratuito e garantisce transazioni sicure. Per effettuare una donazione bisogna avere un conto paypal, o un conto bancario, o una carta postepay o una comune carta di credito.









- - -

ULTERIORI INFORMAZIONI
(ovvero: ecco perchè faremo buon uso delle vostre donazoni)

In questi ultimi mesi abbiamo scritto al Parlamento Europeo, alla Commissione Europea e all'Antitrust, abbiamo presentato ricorsi al Presidente della Repubblica e alla Corte europea dei diritti dell'Uomo.

Secondo la Comunità Europea il "numero chiuso" non violerebbe il diritto comunitario (l'ha detto sia il Parlamento che la Commissione). Di diverso avviso l'antitrust italiana. Ad aprile l'Authority ha accolto la nostra denuncia del 2007 affermando che il "numero chiuso" ha effetti anticoncorrenziali e che quindi è in contrasto col diritto comunitario. L'autorità ha chiesto al Governo di modificare la legge.

Purtroppo finora il Consiglio di Stato, l'unico organo che potrebbe abolire il "numero chiuso", ha respinto la nostra tesi bocciando un ricorso di 18 ricorrenti palermitani.

Noi abbiamo appellato la sentenza alla Corte europea dei diritti dell'Uomo. Vogliamo andare fino in fondo. Contemporanemente abbiamo presentato al Consiglio di Stato altri due ricorsi che ripropongono le osservazion emerse nel parere dell'antitrust. La situazione potrebbe quindi volgersi a nostro favore (le cause verranno esaminate l'8 luglio 2009 mentre l'esito è previsto per ottobre-novembre).

Queste attività sono molto onerose. Non solo in termini di tempo ma anche in termini meramente economici. Bisogna pagare l'ufficiale giudiziario che notificherà i ricorsi, le fotocopie e le raccomandate. Senza considerare le telefonate e i fax per gli uffici.

Siamo volontari nel vero senso della parola. Non siamo stipendiati dallo Stato e dagli enti locali.

I nostri membri, tra cui alcuni studenti di giurisprudenza che hanno redatto i ricorsi, sottraggono il loro tempo libero per fornire assistenza legale ai cittadini. Tutto ciò senza remunerazione nè rimborso spese.

Per questo un vostro contributo, anche di pochi euro, per noi sarebbe molto importante.

Una piccola donazione ci aiuterebbe a intraprendere le spese vive dei ricorsi (in media 100-200 euro a ricorso). Inoltre abbiamo bisogno di un nuovo sito, realizzato da un professionista, e vorremmo acquistare una pagina pubblicitaria su un quotidiano nazionale per rilancirae il problema del "numero chiuso" con un appello ai cittadini e alle istituzioni. Vorremo anche iniziare una class-action contro il Miur... Per fare tutto questo servono risorse che non abbiamo.

Se veramente credete in questa nostra iniziativa potete fare qualcosa di più che firmare una petizione online o mandare un'email di protesta al Ministero (gesti lodevoli ma praticamente inutili). Potete lasciare un piccolo contributo. Con la certezza che il vostro denaro è in buone mani.

mercoledì 29 aprile 2009

Numero chiuso a odontoiatria: interviene l'antitrust


Il numero chiuso a odontoiatria è un pretesto per tutelare la casta
L'antitrust accoglie la denuncia di “Costruiamo il domani”



PALERMO. Il “numero chiuso” per diventare odontoiatri? Tutela la categoria più che i cittadini. L'autorità antitrust ritiene che il “numero chiuso” ai corsi di laurea in odontoiatria sia anticoncorrenziale e ha scritto al Parlamento e al Governo chiedendo di modificare la legge che regola la materia. Un'indagine di 15 pagine, approvata il 16 aprile 2009 e diffusa solo ora, dove vengono messe in evidenza le anomalie del sistema. Ad esempio si scopre che il “numero chiuso”, introdotto nel 1999 per risparmiare, ha permesso, nel 2007, di tenere aperto un corso di odontoiatria a Perugia con soli quattro studenti.

L'indagine dell'antitrust è iniziata nel 2007 in seguito a una denuncia presentata da Giuseppe Lipari per conto del comitato “Costruiamo il domani”, un pool di giovani professionisti palermitani impegnati per la difesa dei diritti civili (nella foto a destra trovate la lettera inviata dall'Antitrsut al comitato, in basso il testo del parere).

Ogni anno il Ministero dell'università mette a disposizione circa 700 posti per odontoiatria a fronte di una richiesta notevolmente superiore. Secondo l'Authority italiana la determinazione dei posti attuata dal ministero non è trasparente e crea distorsioni nel mercato del lavoro senza perseguire un interesse generale. L'antitrust ritiene che il numero degli odontoiatri debba essere determinato esclusivamente sulle disponibilità dei singoli atenei senza tenere in considerazione fattori collegati alle esigenze del servizio sanitario nazionale. In passato gli atenei italiani, sia pubblici che privati, hanno chiesto al Ministero di poter iscrivere un numero maggiore di studenti, in relazione alle loro infrastrutture, ma si sono scontrati col diniego del ministero e dell'ordine professionale.

“Siamo soddisfatti per questa decisione che recepisce in pieno le obiezioni che abbiamo sollevato nella denuncia e in altri ricorsi straordinari presentati al Consiglio di Stato. Finora i giudici italiani ci hanno dato torto. L'antitrust invece ha accolto le nostre tesi – dice Giuseppe Lipari –. Questa segnalazione è molto importante perché in passato le istituzioni italiane hanno sempre affermato che la legge sul numero chiuso non violava la concorrenza e che, anzi, era imposta dalle direttive comunitarie. L'indagine dell'antitrust ha dimostrato che la legge ha effetti anticoncorrenziali e quindi va modificata al più presto. Ci piacerebbe sentire l'opinione del Ministro dell'università Mariastella Gelmini. Il nostro comitato le ha scritto parecchie volte segnalando queste incongruenze ma siamo sempre stati ignorati”.

“E' ora che qualcuno si occupi seriamente di questo problema – continua Lipari – perché altrimenti ci potrebbero essere gravi ripercussioni per le casse dello Stato. Infatti il diritto europeo ha tra i suoi valori quello della concorrenza. Questo significa che una legge anticoncorrenziale si pone automaticamente in contrasto col diritto comunitario. Bisogna cambiare la legge altrimenti c'è il rischio che tra qualche mese l'Italia venga sanzionata dalla Comunità europea”.

Senza considerare il fattore “diritti umani”. Il comitato spiega che l'istruzione universitaria è tutelata dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo: ogni “restrizione irragionevole” di questo diritto espone l'Italia alle sanzioni della Corte europea dei diritti dell'uomo. “Costruiamo il domani” teme che tra qualche mese il Ministero potrebbe venire sommerso da centinaia di ricorsi e che alla fine sia costretto a pagare una cifra enorme.

Adesso la palla passa alla magistratura. “L'8 luglio il Consiglio di Stato, sezione II, sarà chiamato ancora una volta a pronunciarsi sulla legittimità del numero chiuso per odontoiatria in un ricorso presentato dal Comitato a nome di uno studente palermitano che ha tentato per ben sette volte di accedere al corso di laurea” spiega il fondatore del Comitato, Alessandro Arcobasso. Il Comitato, che anche in quel ricorso ha denunciato gli effetti anticoncorrenziali della legge, spera che la segnalazione dell'Antitrust possa spingere i giudici a liberalizzare l'accesso a odontoiatria. In caso contrario si rivolgerà direttamente alla Corte europea dei diritti dell'uomo.

Lipari, estensore del ricorso al Consiglio di Stato, spiega che il Comitato si aspetta che i giudici amministrativi diano la possibilità agli studenti rimasti esclusi da odontoiatria di iscriversi “in soprannumero”, ossia in aggiunta rispetto a chi ha regolarmente superato il test di ammissione, con il solo obbligo di “rimborsare” agli atenei i costi aggiuntivi che l'università dovrà sostenere per aumentare l'offerta formativa: assunzione di nuovi docenti, acquisto di attrezzature e attivazione dei tirocini. Infatti in Italia per legge le tasse pagate dagli studenti non possono superare il 20% dei finanziamenti che l'ateneo ha ricevuto dallo Stato.

“Molti degli aspiranti odontoiatri lavorano già nel settore dentale – spiega Arcobasso – e quindi, in quanto studenti-lavoratori, sarebbero disposti a pagare tasse universitarie pari ai costi sostenuti dall'ateneo per formare un odontoiatra (meno di 4 mila euro l'anno). Questi nuovi fondi potrebbero consentire agli atenei di ampliare l'offerta formativa assumendo nuovi ricercatori e acquistando attrezzature. Cambiare il sistema è possibile. Si potrebbe quindi passare dalla logica del numero chiuso a quella del numero minimo, non solo a odontoiatria, ma anche a medicina, veterinaria, infermieristica e in tutti gli altri corsi”.

Per ulteriori informazioni:

dr. Giuseppe Lipari
giuseppe.lipari(AT)hotmail.it


ECCO il testo della relazione antitrust:
http://www.arcobasso.it/documenti/agcm.pdf

giovedì 9 aprile 2009

Numero chiuso, Consiglio di Stato respinge ricorso Udu

Il Consiglio di Stato ha accolto l'appello del Ministero dell'Università contro la sentenza del Tar Lazio che aveva ordinato l'annullamento dei test di medicina del 2007 alla Sapienza.
Secondo il Consiglio di Stato i test di medicina non potevano essere annullati perchè i 2000 ricorrenti, al momento di presentare il ricorso al Tar, non hanno specificato la loro posizione in graduatoria nè l'ateneo di appartenenza... La mancanza di queste informazioni, quindi, avrebbe impedito ai giudici di valutare l' "interesse ad agire" dei ricorrenti.
Il Consiglio di Stato quindi non è entrata nel merito della questione. Questo significa che i giudici probabilmente nei prossimi mesi saranno chiamati a pronunciarsi nuovamente sulla vicenda. Infatti il Tar Lazio è stato letteralmente sommerso di ricorsi individuali in cui si chiede l'annullamento dei test della Sapienza e di altri atenei... Bisognerà vedere se il Tar Lazio confermerà la decisione di annullare i test e se il Consiglio di Stato continuerà a dichiarare i ricorsi inammissibili o se li analizzerà nel merito.
In una parola tutto è possibile. Infatti i ricorsi in materia di graduatorie hanno efficacia nei confronti di tutti i candidati. Quindi basterebbe l'accoglimento di un solo ricorso per invalidare l'intera graduatoria e costringere il Ministero a emanare una sanatoria.
-----

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

N.2127/2009
Reg.Dec.
N. 6740 Reg.Ric.
ANNO 2008
Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Sesta) ha pronunciato la seguente
DECISIONE

sul ricorso in appello n. 6740/2008, proposto dal MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA, dall’UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI ROMA “LA SAPIENZA”, in persona dei rispettivi legali rappresentanti p.t., rappresentati e difesi dall’Avvocatura Generale dello Stato con domicilio eletto in Roma via dei Portoghesi n.12;
contro

[segue l'elenco degli oltre 2000 ricorrenti]

rappresentati e difesi dagli Avv. Aurelio Leone e Michele Bonetti con domicilio eletto in Roma viale Angelico n. 97 presso lo studio del primo;

per l'annullamento

della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale Lazio sede di Roma Sezione III bis n.5986/2008.
Visto il ricorso con i relativi allegati;
Visto l'atto di costituzione in giudizio delle parti intimate;
Viste le memorie prodotte dalle parti a sostegno delle rispettive difese;
Visti gli atti tutti della causa;
Alla pubblica udienza del 3 febbraio 2009 relatore il Consigliere Roberta Vigotti. Uditi gli avv. Bonetti, Leone e l’avv. dello Stato Aiello;
Ritenuto e considerato in fatto e in diritto quanto segue:
FATTO
Il Ministero dell’università e della ricerca chiede la riforma della sentenza con la quale il TAR del Lazio ha parzialmente accolto il ricorso proposto da circa duemila ricorrenti per l’annullamento della graduatoria delle prove di selezione per l’ingresso al corso di laurea in medicina e chirurgia dell’anno accademico 2007/2008. Avverso la medesima decisione hanno proposto appello incidentale alcuni degli originari ricorrenti, esclusi dall’effetto invalidante della sentenza in quanto non avevano coinvolto nell’impugnazione le università presso le quali era stata sostenuta la prova di ammissione, diverse dalla università La Sapienza di Roma.
Il ricorso di primo grado è inammissibile.
Come questo Consiglio di Stato ha più volte osservato, la presentazione di un gravame da parte di un gran numero di ricorrenti, che non specifichino, come nella fattispecie, le singole e concrete posizioni legittimanti e i presupposti dell’azione, e quindi né l’esito delle prove, né il punteggio singolarmente riportato, né, addirittura, l’ateneo presso il quale hanno sostenuto la prova e la specifica graduatoria impugnata, priva il giudice della possibilità di controllare la concreta e individuale pretesa vantata dai singoli (per tutte, Cons. St., sez. VI, 4 febbraio 2008, n. 301) e, quindi, l’effettiva sussistenza delle condizioni di ammissibilità del ricorso, anche alla luce del principio del contraddittorio e con particolare riguardo all’effettiva esistenza di un interesse ristorabile per effetto dell’accoglimento delle pretese fatte valere in giudizio.
Per effetto della riscontrata inammissibilità del ricorso di primo grado, la sentenza impugnata deve essere annullata senza rinvio, con conseguente improcedibilità dell’appello incidentale.
Le spese di entrambi i gradi del giudizio possono essere compensate tra le parti.
P.Q.M.
Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale, Sezione Sesta, accoglie l’appello e per l’effetto in riforma della sentenza di primo grado dichiara inammissibile il ricorso introduttivo e improcedibile l’appello incidentale.
Spese compensate.
Ordina che la presente decisione sia eseguita dall'Autorità amministrativa.
Così deciso in Roma, il 3 febbraio 2009 dal Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale - Sez.VI - nella Camera di Consiglio, con l'intervento dei Signori:
Claudio Varrone Presidente
Paolo Buonvino Consigliere
Aldo Fera Consigliere
Roberto Garofoli Consigliere
Roberta Vigotti Consigliere est.

domenica 8 marzo 2009

Numero chiuso per le farmacie: 8 milioni di euro per comprare la licenza


Non solo medici e odontoiatri. Il "numero chiuso" in Italia coinvolge tante categorie. A cominciare da notai, farmacisti e tassisti. Riteniamo che le barriere create in questi settori siano in contrasto coi principi di concorrenza e libero mercato dell'Unione Europea. In effetti negli ultimi anni è cambiato qualcosa (autoscuole, tariffe forensi, liberalizzazione taxi) ma tanto resta ancora da fare. E ancora una volta la soluzione dei problemi nazionali potrebbe venire dai giudici europei...

La Corte di Giustizia delle Comunità europee, ad esempio, ha in cantiere parecchie cause sulla liberalizzazione delle farmacie (fra i tanti il caso Grisoli, ricorso C-315/08, che riguarda il problema del "numero chiuso" e della distanza minima tra farmacie). Nei prossimi giorni approfondiremo l'argomento con un'analisi del ricorso.
Intanto pubblichiamo un servizio di Ballarò - mandato in onda il 3 marzo 2009 - su farmacie, banche, assicurazioni e tassisti. Tra le altre cose apprendiamo che in Italia per acquistare una farmacia in alcuni casi servono 8 milioni di euro...

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-885bb497-d4c8-4229-aaa6-71ee5dcd7b3c.html

mercoledì 4 marzo 2009

Numero chiuso, la proposta del Comitato

Il dramma del "numero chiuso" a Odontoiatria e Medicina si sta consumando tra l'indifferenza generalizzata dei politici italiani. Il Consiglio di Stato, ultima speranza per molti ricorrenti, finora ha respinto i ricorsi presentati dagli esclusi.

Il Parlamento si è interrogato a lungo sui pregi e i difetti di questo sistema di selezione, basato su un test a risposta multipla stile "rischiatutto", ma finora non sono stati compiuti passi concreti. Il Governo e la maggioranza vogliono fare credere all'opinione pubblica che il numero chiuso sia inevitabile, che sia l'unico antidoto contro la disoccupazione post-laurea, che l'Europa lo voglia...

Sciocchezze. In primo luogo si deve spiegare perché alcuni corsi come Medicina e Odontoiatria sono a numero chiuso ed altri come Biologia, Giurisprudenza e Lettere non lo sono. Solo il mercato è in grado di dire il numero preciso di medici e di odontoiatri che serviranno in futuro. Ogni contingentamento artificiale crea distorsioni inaccettabili. In realtà il numero chiuso nelle professioni sanitarie è la vittoria di una lobby. Il vero motivo per cui è stato attuato è la tutela dei loro interessi corporativi. Il protezionismo, magari adottato col pretesto di tutelare l'occupazione, è il modo migliore per imbrigliare la società e creare rendite di posizione inaccettabili.

E non si dica che lo Stato non ha i fondi necessari per consentire l'iscrizione di tutti questi aspiranti medici... E' un pretesto. Infatti tali norme sono state imposte anche alle università private e straniere che operano in Italia senza dipendere dai finanziamenti statali. Evidentemente si vuole restringere il mercato e non tutelare gli interessi dello Stato.

In pochi hanno capito l'assurdità di questo sistema. Tra i parlamentari vogliamo però citare l'on. Pina Picierno (nella foto) che ha coraggiosamente sollevato il problema con numerosi interventi in Parlamento. L'on. Picierno, ministro ombra del Pd per le politiche giovanili, ha messo il dito nella piaga: la politica non può lavarsi le mani e aspettare che siano i giudici a decidere il destino di centinai di aspiranti medici e odontoiatri. Occorre agire.

Il Comitato ha apprezzato l'iniziativa dell'on. Picierno e vuole approfittarne per lanciare una proposta innovativa e concreta che garantisca l'accesso universitario senza compromettere le casse dell'erario.

Chiediamo:

  1. che le università statali possano decidere, in relazione alle proprie infrastrutture, se ammettere studenti in soprannumero (in aggiunta, cioè, a quelli che hanno superato il test) imponendo loro il pagamento di un contributo straordinario attraverso cui fare fronte ai maggiori costi derivanti dallo sforamento del numero chiuso (assunzione di nuovi docenti, acquisto attrezzature, affitto locali in cui svolgere le lezioni...). In questa maniere gli atenei potrebbero autofinanziarsi assumendo nuovi docenti e promuovendo la ricerca scientifica.
  2. che le università private possano innalzare il numero dei propri iscritti senza dover rispettare il contingentamento nazionale imposto dal Miur. Se un ateneo privato dimostra di avere le strutture per accogliere un numero maggiore di studenti deve essergli consentito di allargare la propria offerta formativa.


Proponiamo, in sintesi, di rivoluzionare il "numero chiuso". Trasformarlo da limite a strumento di tutela per le fasce più deboli della popolazione. Il superamento del test consentirebbe di accedere all'università a "prezzi politici", come avviene attualmente (tasse di iscrizione inferiori al costo del servizio). Per gli ammessi, quindi, non cambierebbe nulla: continuerebbero a pagare le tasse che hanno sempre pagato. Viceversa, per gli altri, l'iscrizione, prima esclusa, diventerebbe possibile, ma solo a "prezzo pubblico" (tasse di iscrizione equivalenti al costo del servizio). Gli esclusi del test avrebbero quindi l'opportunità di frequentare ma solo pagando all'Ateneo il costo reale sostenuto per la loro immatricolazione.
In sintesi chiediamo l'istituzione di un doppio binario e il passaggio da un sistema universitario a "prezzo politico" a un sistema a "prezzo pubblico". Per questo è necessario modificare la legge 264/99 ("numero chiuso") e l'art. 5 del dpr 306/97 (contribuzione studentesca limitata al 20% del finanziamento statale).