sabato 22 maggio 2010

Il "numero chiuso" a odontoiatria è legittimo

Il "numero chiuso" a odontoiatria è legittimo.

Non viola la Costituzione, nè il diritto comunitario nè tantomeno la Cedu. Lo ha detto il Consiglio di Stato, sez. II, pronunciandosi su un ricorso straordinario presentato da Costruiamo il domani per conto di un igienista dentale palermitano rimasto fuori dai test del 2008 (ne avevamo già accennato in questo post).

Il parere, firmato dal Consigliere di Stato Vittorio Stelo e dal Presidente della sezione Agostino Elefante, è stato depositato il 15 aprile 2010. Aspettavamo con impazienza questa pronuncia: la prima del Consiglio di Stato in cui si sarebbe discusso del parere dell'antitrust - ottenuto da Costruiamo il domani - che evidenziava gli effetti anticoncorrenziali della legge sul "numero chiuso" a odontoiatria.

Speravamo che il parere dell'Authority potesse spingere i giudici di Palazzo Spada a mutare il loro precedente orientamento, favorevole al "numero chiuso", ma le cose sono andate diversamente.

Rispettiamo la decisione del Consiglio di Stato (in un paese democratico bisogna sempre accettare il verdetto dei giudici di ultimo grado) ma pensiamo anche che si è persa un'occasione per mettere fine alla querelle. Il rinvio alla Corte costituzionale o alla Corte di Giustizia dell'unione europea avrebbe consentito di stabilire una volta per tutte se questa legge è costituzionalmente legittima.

Le stesse argomentazioni bocciate dal Consiglio di Stato sono state da noi sottoposte alla Corte eruopea dei diritti dell'uomo in vari ricorsi: l'esito della vicenda, in ultima analisi, dipende quindi dai giudici di Strasburgo.

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Che ne sarà degli altri ricorsi presentati da Costruiamo al Consiglio di Stato? Se i giudici non muteranno orientamento - ed è improbabile che avvenga - saranno respinti con le medesime argomentazioni.

Purtroppo oggi, in Italia, per svolgere certe professioni bisogna accettare di perdere anni della propria vita nel tentativo di superare un test oppure trasferirsi in quei paesi dell'Unione dove non esiste questo diabolico meccanismo.







domenica 2 maggio 2010

Numero chiuso, speranze e delusioni

Il Consiglio di Stato, sezione II, ha recentemente discusso alcuni ricorsi straordinari presentati dalla nostra associazione per conto di alcuni studenti che non hanno superato i test di Medicina e di Odontoiatria.

Il primo di questi ricorsi, relativo ai test del 2008, è stato RESPINTO. Nei prossimi giorni, non appena avremo copia del provvedimento, lo pubblicheremo su internet. Gli altri ricorsi, relativi ai test del 2009, sono invece stati rinviati, tranne uno che è stato deciso con parere definitivo, ma di cui non conosciamo ancora l'esito.

Passiamo ai ricorsi presentati a Strasburgo (ossia alla Corte europea dei diritti dell'uomo). La Corte ci ha scritto una nuova lettera nella quale informa di avere accolto la richiesta di riunire due nostri ricorsi presentati alcuni mesi fa. Dunque l'attesa continua.

Cosa possiamo aspettarci dai giudici europei?

Il diritto all'istruzione, storicamente, è stato sempre considerato un diritto sociale, non un diritto individuale. Questo significa che agli stati viene riconosciuta ampia autonomia nello stabilire chi può beneficiare del diritto e chi no. Salvo, ovviamente, il divieto di non discriminare i cittadini.

La Corte è solita affermare che un ampio margine di apprezzamento deve essere riconosciuto allo Stato in materia di misure economiche e sociali, sotto la presunzione che gli Stati sono nella posizione migliore per apprezzare l'interesse pubblico in tali settori, ma ha aggiunto anche che le scelte del legislatore nazionale possono essere sindacate dalla Corte se manifestamente irragionevoli.

Il numero chiuso è manifestamente irragionevole?

Ad un primo esame non possiamo affermare di sì. Anzi, la Corte europea ha ammesso che l'introduzione di un limite all'accesso universitario, in certi casi, è necessario per assicurare il diritto all'istruzione.

Tuttavia - ed è su questo che si basano i nostri ricorsi - è anche vero che le modalità con le quali è stato attuato concretamente il numero chiuso sono sproporzionate rispetto agli obiettivi che il legislatore ha detto di voler conseguire: se si voleva garantire la qualità formativa dei medici - così come afferma la legge - si poteva trovare un altro mezzo meno invasivo. Si potevano adottare altre soluzioni. Nei ricorsi ne abbiamo individuate un paio.

Se invece il vero scopo del numero chiuso è quello di evitare che il mercato sia saturato da un numero "eccessivo" di medici e odontoiatri - come sostenuto dal consiglio di Stato in alcune sentenze - allora si deve concludere che la legge è incostituzionale per violazione delle norme in tema di libertà d'iniziativa economica.