sabato 3 maggio 2014

Il punto della situazione sui trasferimenti dall'estero per medicina e odontoiatria

Trasferimenti in Italia per chi studia medicina e odontoiatria all'estero: è ancora possibile ottenerli? 

Internet è un oceano di informazioni in cui non è facile orientarsi. Ogni tanto un blog o un quotidiano pubblica un articolo commentando una nuova sentenza in cui i giudici amministrativi sono favorevoli al trasferimento senza superamento del test o contrari. 

Quanto sono attendibili queste informazioni? Siccome i giornalisti non sono giuristi (e siccome non hanno gli strumenti per valutare la correttezza di certe dichiarazioni rilasciate dal Ministero, dagli avvocati dei ricorrenti, dalle associazioni studentesche o dalle associazioni dei consumatori), il rischio è quello di fornire un'immagine distorta della realtà, magari dipingendo la situazione troppo "rosea" o troppo "grigia". 

Cercheremo di fare il punto della situazione, con linguaggio comprensibile a chi non ha dimestichezza col diritto amministrativo. 

Dal 2012 ad oggi è in atto uno scontro notevole tra giudici di primo grado (Tar) e giudici d'appello (Consiglio di Stato/Cga). Molti studenti hanno finora vinto un ricorso al Tar e si sono trasferiti nelle università italiane. Altri, pur facendo ricorso al Tar, hanno invece perso e sono rimasti fuori.

Molti Tar (non tutti) sostengono che gli studenti iscritti all'estero in medicina od odontoiatria che chiedono successivamente di rientrare in Italia non devono superare il test di ammissione. Dunque, se vi sono posti liberi per i trasferimenti (e questi posti spesso vi sono), tali posti vanno assegnati a chi ne ha fatto richiesta.

Tuttavia il Consiglio di Stato (fin dal 2012) non ha condiviso questa possibilità, respingendo i trasferimenti e riformando sistematicamente tutte le sentenze che venivano sottoposte alla sua attenzione. A leggere certi articoli giornalistici si ha quasi l'impressione che il Consiglio di Stato abbia espresso in modo netto la sua posizione contro i trasferimenti solo recentemente, come se prima la situazione fosse più incerta. In realtà è esattamente il contrario. Gli addetti al settore sanno che la posizione del Consiglio di Stato era chiarissima fin dal 2012 (per esempio Consiglio di Stato, VI, sentenza 18 maggio 2012, n. 2911).

La domanda sorge spontanea. Ma se il Consiglio di Stato è contrario ai trasferimenti e ha "l'ultima parola" sui ricorsi (in Italia è giudice di appello rispetto al Tar), vuol dire che lo studente oggi non ha possibilità di ottenere il trasferimento dall'estero tramite ricorso? I trasferimenti, come dimostrano i tanti studenti che hanno già ottenuto il trasferimento dopo il 2012 (e dunque malgrado il Consiglio di Stato), sono una possibilità reale anche oggi.

Questo avviene per almeno 2 motivi. 

1) L'Amministrazione non è obbligata a impugnare i provvedimenti del Tar. Se il Tar accoglie il ricorso, decorso un breve lasso di tempo il provvedimento di accoglimento "passa in giudicato". Dunque quel provvedimento diviene definitivo.

2) Ammesso che l'Università presenti l'appello (e che quest'appello venga accolto), se nel frattempo lo studente ha iniziato a frequentare in Italia sarà necessario un provvedimento espresso di espulsione dell'Università, che non è detto venga emesso, dal momento che l'Università in genere non ha interesse a "cacciare" un soggetto che ha già immatricolato.

Malgrado il noto orientamento del Consiglio di Stato, parecchi Tar continuano a "far di testa loro" e ad ammettere gli studenti. Questo contrasto indica che la tesi del Consiglio di Stato non è apparsa convincente e ciò potrebbe indurre lo stesso organo a un ripensamento. Crediamo che il 2014 potrebbe portare interessanti novità, anche in relazione ad alcuni ricorsi pendenti presso alcuni Tar.