lunedì 28 settembre 2009

La Sicilia non valorizza gli igienisti dentali

Nel 2008 il Ministero del lavoro e della salute ha pubblicato le “Linee guida per la promozione della salute orale e la prevenzione delle patologie orali”. Si tratta di un documento unico e primo nel suo genere da parte delle Istituzioni italiane, di grande rilievo e che conferma come ormai la salute orale sia riconosciuta importante non solo a fini funzionali (masticazione, deglutizione, eloquio), ma anche in ambito psico- sociale, giocando un ruolo cruciale nella vita relazionale dell’individuo. Inoltre rappresenta un opportunità di risparmio economico per la collettività.

Alla stesura delle Linee guida hanno partecipato esperti dell’Associazione Igienisti Dentali Italiani, del Centro di collaborazione OMS per l’epidemiologia orale e l’odontoiatria di comunità, della Federazione Italiana Medici Pediatri, del Ministero, del Movimento Italiano Genitori, della Società Italiana di Ginecologia ed Odontoiatria, della Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica, della Società Italiana di Neonatologia, della Società Italiana di Odontoiatria Infantile, della Società Italiana di Pediatria e dell’Università.

La prevenzione orale non si limita e non deve essere limitata alla sola “pulizia dei denti” ma al concetto ben più ampio di prevenzione, il Dottore in Igiene Dentale è presente in tutta Europa non solo in veste di clinico ma è inoltre inserito in programmi internazionali di prevenzione dell’intero organismo.

Nonostante tutto in Sicilia vi sono notevoli difficoltà per la professione e per suo ruolo.

dott. Salvatore Asaro (igienista dentale)

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LA SICILIA HA PAURA DEGLI IGIENISTI DENTALI?

Nel 2002 fu istituito presso la facoltà di medicina e chirurgia di Palermo il corso di laurea in Igiene Dentale. Tale corso intendeva creare figure professionali dedite alla prevenzione e alla cura dell’igiene e della salute orale. Premetto che la prevenzione orale non si limita e non deve limitarsi alla sola “pulizia dei denti” ma al concetto ben più ampio di prevenzione delle malattie della bocca.

Nel 2005 sono stati proclamati i primi laureati che entrarono nel mondo del lavoro, pieni di prospettive per il futuro e fieri del titolo di Dottori in Igiene Dentale. Il Dottore in Igiene Dentale è presente in tutta Europa non solo in veste di clinico ma è inoltre inserito in programmi internazionali di prevenzione dell’intero organismo.

Nessuno di noi studenti si era accorto che la macchina distruttiva del sistema si era messa in moto: all'inizio l'università aveva previsto 15 posti, che negli anni sono scesi a 9 e infine a 5. Ma le nuove circolari ministeriali emanate nel 2009 hanno previsto l'abolizioni dei corsi di laurea con 5 iscritti e il risultato è stato la soppressione dei corsi di Palermo e di Catania. Dopo soli 7 anni di vita, circa 200 laureati e tanta fatica, a dispetto di chi ha creduto nella nostra professione e di chi lavora in questo settore, si è deciso che la Sicilia non ha bisogno di prevenzione orale.

Come mai questa decisione? La versione ufficiale è quella che vede pochi iscritti, ma le iscrizioni non vengono limitate dai posti messi a concorso? Qualcuno ha dichiarato che in Sicilia non vi è richiesta di igienisti, incitandoci a emigrare, come se la nostra regione non fosse altro che un’incubatrice di risorse umane che tale vuole restare.

Eppure tutti sappiamo quanto è importante la prevenzione, la Sicilia deve potenziare tale branca perchè è tra le regioni più a rischio per le patologie orali. Esistono diverse patologie che portano a complicanze orali, correlazioni che troppe volte s’ignorano o si sconoscono. Parlo per esempio del paziente oncologico, quello che oltre alle sofferenze della patologia primaria e delle terapie, si ritrova a non potersi nutrire per le lesioni alle mucose dovute a iposcialia; dei pazienti diabetici, condannati ad essere anche edentuli nonostante sia accertata e documentata la VI complicanza quale è la parodontite.

Il nostro corso ci ha insegnato a prevenire tutto questo, l’abbiamo appreso dalla fonte di scienza e conoscenza quale è l’università, fonte da cui non si può più attingere. Al danno la beffa e l’amarezza di chi in un primo momento ci ha spronati, ci ha proclamato Dottori con l’entusiasmo di chi battezza un bimbo, ma che adesso ci disconosce e minimizza la nostra professione.

La nostra Sanità cerca alternativa alla malattia, si riorganizza, potenzia l’efficacia e l’efficienza, ma chiude un corso di laurea che contribuirebbe a ridurre le malattie orali. Incongruenze che alimentano ancor più la nostra delusione di saper essere, ma non poter essere partecipi, e che pongono la nostra regione tra quelle sottoutilizzate e bisognosa di aiuto. Come sarà il nostro futuro?

Due possibili soluzioni che ci vedono, in modo ottimistico superstiti di una professione richiesta e necessaria, collocati nel privato e nel pubblico ma, la seconda possibilità è quella che ci vede impegnati a sfidare l’indifferenza, additati come ladri di professione, fino ad arrivare alla completa estinzione. Noi preferiremmo la prima soluzione perché la speranza di non aver buttato anni di sacrifici è difficile da sopprimere.

Documento firmato dalla dott.sa Rita Coniglio (igienista dentale e responsabile U.N.I.D. per la Sicilia occididentale) e condiviso dai dottori Maria Domenica Blando, Davide Nicola Anselmo e Marina Di Gregoli (igienisti dentali).

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I problemi sollevati sono molto interessanti. "Costruiamo il domani" si augura che le università di Catania e di Palermo riaprano i corsi di laurea in "Igiene dentale" perchè la Sicilia ha bisogno di questi professionisti. Al tempo stesso bisognerebbe anche innalzare il numero dei posti per odontoiatria. Il Comitato ha lanciato una campagna su questo fronte, attraverso una serie di iniziative (denunce all'antitrust, ricorsi al Consiglio di Stato, ricorsi alla Cedu) che potete leggere nel nostro blog:


Ricorso alla Cedu contro il "numero chiuso"

ricorso al Consiglio di Stato

Segnalazione dell'Antitrust sugli effetti anticoncorrenziali del "numero chiuso" nei corsi di Odontoiatria)

Giuseppe Lipari

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"Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa, non è affatto una prova che non sia completamente assurda. Anzi, considerata la stupidità della maggioranza degli uomini, è più probabile che un'opinione diffusa sia cretina anziché sensata". Bertrand Russell.