martedì 1 giugno 2010

Numero chiuso, la Commissione Ue all'Italia: aumentate i posti

Il 1 giugno 2010, alle ore 11,14, il Parlamento europeo ha discusso una petizione inviata dal sottoscritto, Giuseppe Lipari, in cui si sosteneva che il "numero chiuso" a Medicina e Odontoiatria ha effetti anticoncorrenziali e che dunque viola le norme comunitarie in materia di concorrenza.

La Commissione europea, interpellata dal Parlamento, ha risposto di condividere le nostre osservazioni e quelle dell'Antitrust e ha raccomandato all'Italia che il numero dei posti sia ampliato ma, tuttavia, ha ammesso di non avere (purtroppo!) gli strumenti giuridici per intervenire direttamente.

La cosa importante, al di là del risultato, è che in Europa si sia parlato del problema e, soprattutto, che anche la Commissione abbia condiviso il parere dell'antitrust di cui abbiamo parlato tante volte nel nostro blog.

Il Comitato Costruiamo il domani continuerà a vigilare seguendo i numerosi ricorsi presentati al Consiglio di Stato e alla Corte europea dei diritti dell'uomo. Il nostro obiettivo è una modifica delle legge al fine di consentire agli italiani di studiare in Italia senza doversi trasferire in altri paesi europei dove non esiste il "numero chiuso". Gli strumenti per superare la logica del "numero chiuso" ci sono: finora è mancata la volontà di metterli in atto.

Speriamo che la nostra classe dirigente, prima o poi, si decida a intervenire.

- - - Alleghiamo il filmato della seduta. Buona visione - - -

3 commenti:

  1. Ma se anche aumentassero il numero chiuso di 5 o 10 posti all'anno per ateneo cosa cambierebbe agli aspiranti studenti che si posizionano sempre a metà graduatoria? Niente...

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  2. Non mi pare che qualcuno ha mai parlato di 5-10 posti in più ad ateneo.

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  3. Ma è quello che è accaduto quest'anno però...

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"Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa, non è affatto una prova che non sia completamente assurda. Anzi, considerata la stupidità della maggioranza degli uomini, è più probabile che un'opinione diffusa sia cretina anziché sensata". Bertrand Russell.