lunedì 8 settembre 2008

Federalismo e meritocrazia, un connubio obbligatorio.

Alessandro ArcobassoIl rientro dalle località di villeggiatura, la riapertura di scuole ed uffici, la ridefinizione dei palinsesti televisivi si apprestano a scandire i ritmi di una nuova stagione politica che, ancora una volta, vedrà protagonista l’acceso confronto tra nord e sud.

Nonostante passino gli anni e cambino i governi, a tener banco è sempre l’incapacità, tutta meridionale, di generare ricchezza e far fronte alle difficoltà occupazionali e ad un’insoddisfacente qualità della vita. In questo contesto si inserisce quel processo di finanziamento autonomo delle regioni, previsto dall’art. 119 della Costituzione e conosciuto come “federalismo fiscale”, che il Governo si appresta ad attuare.

In parole povere, in un’Italia in cui un lombardo guadagna in media diecimila euro annui in più di un siciliano, i servizi pubblici dovrebbero essere finanziati con i proventi della tassazione locale, quindi senza “aiuti” da parte di altre regioni.Ciò determinerebbe un’ulteriore responsabilizzazione degli amministratori locali, chiamati a “preferire” il rigore all’assistenzialismo, per far quadrare i bilanci, garantire l’erogazione dei servizi pubblici ed ottenere seppur modesti margini di crescita.

Vien subito da chiedersi se il Paese sia pronto ad affrontare questa nuova sfida…Pensando alle regioni meridionali, da siciliano, la mia risposta non può che essere negativa, almeno finché l’accesso alle amministrazioni pubbliche, e alle numerose agenzie ad esse collegate, non divenga il frutto di scelte meritocratiche piuttosto che il semplice prodotto dell’opportunismo politico.Non è un mistero che, in regioni come la Sicilia, molte “aziende partecipate” siano diventate degli stipendifici in cui le spese per il personale superano di gran lunga le entrate. Così come non lo è il fatto che attitudini, competenze e titoli perdano costantemente il confronto con parentele ed amicizie… naturalmente a danno della collettività.

E’ evidente, quindi, che riforme come questa non possano prescindere da assunzioni di responsabilità e scelte a dir poco patriottiche, quali l’abbandono del clientelismo e la reale valorizzazione del capitale umano.In ballo non ci sono soltanto le tasche degli italiani e l’efficienza dei servizi pubblici, bensì i sacrifici, le ambizioni e le speranze di intere generazioni di giovani meritevoli.

1 commento:

  1. Alessandro hai centrato il problema... Prima che di federalismo si dovrebbe parlare di meritocrazia nell'accesso all PA... altrimenti i problemi dei cittadini meridionali potrebbero addirittura peggiorare. Il problema è nel nepotismo che spesso si vede nelle commissioni di concorso. Fino a quando, in Italia, non ci saranno premi per i commissari onesti e punizioni per quelli disonesti non cambierà nulla...

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"Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa, non è affatto una prova che non sia completamente assurda. Anzi, considerata la stupidità della maggioranza degli uomini, è più probabile che un'opinione diffusa sia cretina anziché sensata". Bertrand Russell.