domenica 9 settembre 2007

Che cos'è la conoscenza ?

In quasi tutte le aree di discussione virtuale si cerca di indagare scrupolosamente sul significato del concetto di conoscenza e sulle sue numerose sfaccettature... talvolta solo per scoprire i luoghi dove risiede e i modi per estrarla.
Dato che la creazione di questo blog risponde soprattutto all'esigenza di condividere con altri il proprio bagaglio di informazioni, esperienze ed aspettative mi sembra appropriato inaugurarlo con una riflessione comune sul sapere.
Naturalmente comincio io ma spero che voi facciate altrettanto...
Secondo me la conoscenza è un suggestivo mix di informazioni, riflessioni ed esperienze capaci di espandere gli orizzonti mentali di ogni individuo. Nasce dall'interconnessione tra il bacino culturale lasciatoci dalle generazioni passate e le nuove forme di sapere che lo arricchiscono.
Sino a qualche anno fa era reperibile nelle coscienze degli uomini o negli scaffali delle librerie, sotto forma di bene economico liberamente accessibile ma limitatamente diffuso, se non di scarso interesse. Nell'attuale contesto di una "società dell'informazione e della conoscenza", invece, il sapere è differentemente condivisibile e decisamente più appetibile.
La diffusione dei mezzi di comunicazione di massa e le mode proposte dagli internauti, ultima delle quali "il blog", hanno incrementato la sete di conoscenza al punto tale da far discutere di un graduale tramonto della società industriale. Non a caso si pensa che i beni materiali diano inferiori margini di profitto rispetto ai beni immateriali. Così come non è un caso che si sia notevolmente diffuso il ricorso alla proprietà intellettuale.
Che sia questo un limite alla conoscenza? Può darsi... ma soltanto nella misura in cui il processo di trasformazione della conoscenza in profitto si estremizzi al punto tale da limitarne la fruibilità ad una casta di pochi privilegiati, impoverendo la società nel suo complesso.

2 commenti:

  1. La conoscenza e il sapere sono importanti innanzitutto per non farsi fregare. Chi conosce riesce a destreggiarsi in un mondo di lupi che non vedono l'ora di approffittare dell'ignoranza altrui per soddisfare un proprio interesse. E' il caso del chiromante che gioca con l'ignoranza dei disperati per guadagnare soldi; ed è il caso del dittatore che subdolamente offre ignoranza al popolo per guadagnare il consenso necessario per rimanere al potere. La conoscenza ti apre la mente, ti fa riflettere e ti fa avere quella giusta elasticità mentale che serve nella vita di tutti i giorni. Spero, quindi, vivamente che questo blog possa far parte di tutti quei mezzi (libri, giornali, programmi televisivi, siti internet, ecc.) che aiutano l'individuo a vivere come si deve, conoscendo.

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  2. Mi permetto di cominciare dissentendo: se la conoscenza si dovesse limitare a un numero circoscritto di persone, cioè se soltanto pochi alla fine sapessero come effettivamente stanno e funzionano le cose, farei difficoltà a definirli privilegiati..... Ma semmai diventerebbero disgraziati, malcapitati all'interno di un sistema che non è in grado di comunicare con loro.

    La conoscenza, inoltre, secondo me è sopratutto comunicazione, e non informazione, lettura solitaria di file sul web, visione di film da soli,.....quelle sono informazioni che possono eventualmente aiutare, in maniera sommatoria o escludente, a comprendere più specificatamente le esperienze che si vivono. Vivere e Comunicare, quindi, significano avere a che fare con l'altro e, dato che in fin dei conti ci si può conoscere intimamente soltanto avendo a che fare con l'altro, significano conoscersi. Conoscersi allora significa riconoscere e distinguere l'altro, permettendosi e concedendosi quindi lo spazio di vita..... Insomma, soltanto con la conoscenza si può essere liberi, e se non sono liberi tutti, allora non lo è nessuno.

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"Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa, non è affatto una prova che non sia completamente assurda. Anzi, considerata la stupidità della maggioranza degli uomini, è più probabile che un'opinione diffusa sia cretina anziché sensata". Bertrand Russell.