Il 2014 si è chiuso con migliaia di
iscrizioni in sovrannumero nei corsi di laurea di Medicina e Odontoiatria
(oltre 5.000 studenti ammessi dai Tar e dal Consiglio di Stato), dovute in
buona parte alla manomissione di un plico destinato all’Università di Bari,
nonché ad altre irregolarità di cui hanno beneficiato anche tanti studenti, oggi ammessi a frequentare i due corsi di
laurea.
Il 2015 sarà l’anno delle iscrizioni in sovrannumero alle scuole
di specializzazione in medicina? Sul punto abbiamo qualche riserva. Il fatto che vi siano state
alcune irregolarità in un concorso di specializzazione non significa automaticamente
che il ricorrente avrà diritto a chiedere l’iscrizione in sovrannumero, come
avvenuto a Medicina nei mesi passati. Il nostro scetticismo deriva da una riflessione sulla "prova di resistenza".
Il Consiglio di Stato, in materia
di ammissione ai corsi di laurea a “numero chiuso”, nel 2012 ha ammesso una
studentessa con questa motivazione: “in base alla prospettazione difensiva
della ricorrente si desume che per effetto dello scorrimento della graduatoria
sono stati ammessi al corso soggetti (...) che hanno ottenuto un solo punto in più rispetto alla odierna
appellante (che ha ottenuto punti 40,75), ai fini della cosiddetta prova della
resistenza è sufficiente dimostrare la illegittima formulazione di un solo quiz
(la cui risposta esatta dava diritto ad un punto). Non par dubbio, infatti, che
la sua corretta formulazione avrebbe potuto suggellare fin da subito un esito
della prova favorevole per l’appellante, che così avrebbe potuto conseguire
pleno iure l’ammissione al corso di laurea” (Consiglio di Stato, VI, sentenza
26 ottobre 2012, n. 5485, punto n. 3).
Ebbene, superare la “prova di
resistenza” significa dimostrare ai Giudici che i motivi di ricorso sono tali
da fare ottenere il “bene della vita” a cui si aspira (superamento del concorso,
aggiudicazione della gara d’appalto, ottenimento della concessione edilizia…). Il
ricorrente al Tar deve superare questa prova.
Questo avviene di norma per
candidati rimasti fuori per pochissimi punti che riescono a dimostrare che
alcune loro risposte – considerate errate dai compilatori del test – in realtà
erano esatte e che l’attribuzione del punteggio in più li avrebbe collocati in
graduatoria.
Gli eventi perturbativi verificatisi
durante i test per l’ammissione alle specializzazioni a nostro avviso sono stati gravi ma non sono
tali da comportare di per sé l’iscrizione in sovrannumero, a meno che non si
dimostri che senza di essi il ricorrente sarebbe stato probabilmente ammesso,
dimostrazione forse possibile per i candidati classificati vicinissimi
all’ultimo degli ammessi, ma assai difficile per tutti gli altri.
Dal nostro punto di vista, il
fatto che alcuni candidati erano nelle condizioni di usare il cellulare o che
alcuni Pc teoricamente potevano essere utilizzati per navigare a internet, non
è abbastanza per l’accoglimento di un ricorso al Tar in cui si chiede l'iscrizione in sovrannumero (e tutti i ricorsi presentati - c'è da scommetterci - chiederanno in via principale l'iscrizione in sovrannumero).
La mera esistenza di vizi
inoltre non comporta di per sé il diritto a chiedere la ripetizione dell’intero
concorso, dando luogo più facilmente al diritto al risarcimento del danno da
“perdita di chance”, che in alcuni casi potrebbe essere modesto, perché il concorso
per l’ammissione alla scuole di specializzazione è annuale, per cui il
candidato ingiustamente bocciato nel 2014 ha teoricamente la possibilità di “rifarsi” nel 2015.
Eppure quest’anno molto medici
con punteggi di 10-15-20 punti sotto l’ultimo degli ammessi hanno presentato ricorsi individuali o collettivi,
pagando a volte cifre notevoli. E’ bene essere chiari: riteniamo che difficilmente
i loro ricorsi saranno accolti. In ogni caso, con punteggi tanto bassi appare utopistico
sperare nell’iscrizione in sovrannumero.
Qualcuno potrebbe obiettare che il
Tar Lazio nel 2014 ha ammesso migliaia di studenti a Medicina per violazioni di regole procedurali, con punteggi a volte molto
bassi. Anche i ricorrenti che si erano rivolti a “Costruiamo il domani” sono
stati ammessi dal Tar Lazio e ora frequentano Medicina in Italia, ma ribadiamo
che le due situazioni sono diverse.
La situazione dei corsi di laurea
a “numero chiuso” a nostro avviso non è paragonabile a quella delle
specializzazioni, perché lo studente di Medicina non viene pagato dallo Stato
per studiare, mentre lo specializzando sì (almeno 25.000,00 lordi l’anno).
Ecco perché il Giudice
amministrativo, che in passato è stato molto “largo” nel concedere le
iscrizioni in sovrannumero ai corsi di laurea a “numero chiuso”. Insomma, nel
bilanciamento dei contrapposti interessi e nel “dubbio” che la procedura per l'ammissione al primo anno di Medicina si
fosse svolta in maniera irregolare, il Giudice ha preferito disporre le
iscrizioni in sovrannumero degli studenti, misura che è avvenuta “a costo zero”
per lo Stato. Inoltre è anche vero che spesso i ricorrenti hanno sostenuto con interessanti
argomentazioni che l’Università aveva le risorse per accogliere un maggior numero
di studenti al primo anno.
Le iscrizioni in sovrannumero per
le specializzazioni, a differenza che per quelle di medicina, sarebbero invece molto
problematiche perché non avvererebbero a “costo zero”. Esse interferirebbero
con il potere della P.A. di decidere come spendere le risorse dei cittadini,
costringendo a destinare nuove risorse per la formazione di specializzandi. Ma il
SSN è in grado di formare adeguatamente questi specializzandi? E' in grado, dopo la specializzazione, di assorbirli?
Che interesse ha lo Stato a
formare specialisti in sovrannumero costretti a fuggire all’estero dopo la
specializzazione per trovare lavoro? Eppure, se tutti i 12.000 aspiranti
specializzandi venissero ammessi alle scuole (come utopisticamente chiesto dal comitato “12.000borse”),
si verificherebbe esattamente questa situazione.
CONCLUSIONI
Alcuni candidati giunti vicinissimi
all’ammissione, con una rettifica del proprio punteggio operata dal Tar per errata
valutazione dei titoli di studio o errata formulazione dei quesiti, potrebbero
ottenere l’iscrizione (in sovrannumero o in sostituzione degli ultimi ammessi) o comunque un cospicuo risarcimento del danno da “perdita di chance”.
Chi invece ha ottenuto un
punteggio molto basso (a nostro avviso) difficilmente trarrà giovamento dal ricorso,
indipendentemente dalla gravità delle violazioni verificatesi quest’anno e dalle argomentazioni giuridiche utilizzate, in
quanto l’ottenimento di un punteggio troppo basso potrebbe determinare il
rigetto del ricorso per mancato superamento della “prova di resistenza”.
L’attesa sarà comunque breve
perché tra poche settimane (i primi ricorsi saranno discussi nella camera di
consiglio del 15 gennaio 2015 e soprattutto in quella del 29 gennaio 2015) i
giudici si pronunceranno sulle ordinanze cautelari chieste dai ricorrenti e si potrà iniziare ad avere
le idee più chiare sulla situazione. Difficile che prima di allora ci siano novità (anche se non è da escludere che il Tar possa accogliere qualche misura cautelare urgente, strumento che il giudice concede prima che il ricorso sia discusso in camera di consiglio).
In questa fase consigliamo ai medici che hanno presentato ricorso (nessuno di loro è seguito da "Costruiamo il domani") di aspettare pazientemente. Evitate di contattare i
vostri avvocati con richieste di aggiornamento che sottraggano tempo prezioso alla vostra difesa (se l'avvocato è impegnato a rispondere alle richieste dei suoi assistiti - specie nei casi di ricorso collettivo - ha meno tempo per scrivere gli atti processuali!). Saranno i
vostri avvocati ad informarvi appena ci
saranno novità significative.
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"Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa, non è affatto una prova che non sia completamente assurda. Anzi, considerata la stupidità della maggioranza degli uomini, è più probabile che un'opinione diffusa sia cretina anziché sensata". Bertrand Russell.