martedì 3 giugno 2008

Tecnosistemi di Carini: quale futuro per i lavoratori?

Lunedì 26 maggio 2008 presso la terza sezione collegiale penale di Milano presieduta dal dott. Montingelli si è svolta l’ennesima udienza del processo contro Mario Mutti, dominus della Tecnosistemi, imputato per bancarotta fraudolenta.

La Tecnosistemi, azienda presente sul territorio nazionale, è stata dichiarata insolvente dal Tribunale di Milano il 30 settembre 2003 e dal 22 dicembre 2003 è in amministrazione straordinaria. Dal 21 ottobre 2003 i lavoratori non possono più varcare i cancelli della fabbrica perché sono stati messi in Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria. Dal 22 marzo 2007 la Tecnosistemi in amministrazione straordinaria ha posto in mobilità fino al raggiungimento della pensione circa 70 lavoratori nello stabilimento di Carini. Gli altri, circa 30, sono stati posti in Cassa Integrazione Guadagni in deroga fino a dicembre 2008.

I lavoratori dell’azienda di Carini si sono costituiti parte civile in questo processo nell’udienza del 16 gennaio scorso ottenendo così un primo riconoscimento utile a soddisfare il desiderio di giustizia che si spera possa essere reso completo con la condanna di Mutti e con il riconoscimento del danno procurato ai lavoratori della stabilimento di Carini. Una giustizia sino ad oggi negata dalle istituzioni regionali e nazionali incapaci di dare risposte a chi chiedeva, attraverso le varie manifestazioni di protesta per le città di Palermo e Carini, di avere garantito il proprio diritto al lavoro, un diritto che se viene a mancare ti toglie dignità e crea seri problemi di sopravvivenza.

Nell’udienza del 30 gennaio 2008 ha deposto la dottoressa Chiaruttini, una dei tre attuali commissari straordinari che ha testimoniato che la Tecnosistemi già verso la fine del 2000, circa un anno prima che acquisisse il ramo d’azienda dei Sistemi di Energia da Italtel, aveva perso tutto il capitale sociale, ed erano evidenti i segnali di tensione finanziaria verso la fine del 2001. Ha inoltre utilizzato una definizione per spiegare l’attività imprenditoriale della Tecnosistemi: era una discarica occupazionale. Quindi, per venire incontro alle richieste di Italtel che aveva bisogno di disfarsi di 145 lavoratori, Tecnosistemi, nonostante era chiaro a tutti che fosse in forte sofferenza, non ha esitato a prendersi in pancia il ramo dei Sistemi di Energia. All’epoca di questi fatti, Giovanni Barbieri era contemporaneamente consigliere di Tecnosistemi stessa e Amministratore Delegato di Italtel. Nell’udienza dello scorso 12 maggio Pino Martinez, uno dei lavoratori della Tecnosistemi, è stato citato come teste del Pubblico Ministero ed ha messo in rilievo che sin dal primo giorno dell’acquisizione dei Sistemi di Energia è stato chiaro che le ditte fornitrici di componenti e materiali non volevano avere a che fare con Tecnosistemi in quanto non pagava e pertanto fu concordato di acquisire la merce tramite Italtel che si prestò a questo gioco.

Lunedì 26 maggio 21 lavoratori della Tecnosistemi hanno deposto nel processo contro Mutti. Assistiti dagli avvocati Piergiorgio Weiss e Ettore Zanoni hanno raccontato al Presidente della Terza sezione collegiale penale del Tribunale di Milano la loro sfortunata vicenda lavorativa e le difficoltà in termini economici e di salute che molti di loro stanno vivendo. Oltre duecento euro è costato il viaggio aereo pagato di tasca loro. Un sacrificio necessario, con la speranza di ottenere giustizia, apprezzato dal Presidente Montingelli e dai Pubblici Ministeri oltre che dagli stessi avvocati di parte civile.. Il prossimo 30 giugno un’altra ventina di lavoratori a spese proprie si recheranno al Tribunale di Milano per testimoniare contro Mutti. Certo, è un processo non facile dove si ha a che fare con un personaggio potente. Nella vicenda Tecnosistemi compaiono figure che insieme a Mutti facevano parte dei consigli di amministrazione di aziende come Parmalat e Cirio anch’esse portate al crack. In un articolo pubblicato da Economy si dice che l'intero apparato delle società brasiliane, Tecnosistemi compresa, sarebbe servito a distrarre somme di denaro.

La vicenda dei lavoratori della Tecnosistemi, ma anche della Parmalat e Cirio, ci fa scoprire quella parte dell’imprenditoria fatta di uomini senza scrupoli che usano le aziende, che sono un bene della società, per distrarre ingenti somme a fini esclusivamente personali e in queste operazioni illecite le organizzazioni criminali possono trovare i loro interessi. La mattina ci si alza per andare a lavorare senza accorgerci che probabilmente siamo oggetto di uno sporco gioco tramato da pochi uomini senza scrupoli che non esiteranno a lasciare senza lavoro e quindi a distruggere la dignità e la vita di tanta gente onesta.
Giuseppe Martinez

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